La gente come noi non molla mai

               

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Blocchi Precari Metropolitani

 

CONTRO
RENDITA E SPECULAZIONE: OCCUPA E RESISTI

 

Oggi pomeriggio i Blocchi Precari Metropolitani hanno
liberato una palazzina abbandonata a via delle Vigne Nuove 36, sottraendola alla
speculazione.

L’emergenza abitativa di Roma non
consente di tenere edifici vuoti come questo
, che abbiamo voluto censire oggi. La nostra campagna ha
prodotto decine di segnalazioni di stabili inutilizzati o abbandonati, regalati
alla rendita. Lo stesso sindaco Alemanno, nella sed
uta straordinaria sulla
casa, ha parlato di 120mila alloggi sfitti, l’Eurispes ne ha contati
addirittura 270mila vuoti. Per questo consideriamo “legittima difesa”
ripristinare l’uso pubblico di questi spazi non utilizzati. Inoltre, chiediamo
alle amministrazioni locali e regionali, nonché al governo, di ripensare le
politiche abitative a partire da quella parte di patrimonio edilizio costruito
e inutilizzato, e non su programmi di lunga scadenza che prevedono nuovo
cemento, che favoriscono solo l’appetito dei costruttori e dei proprietari
delle aree edificabili e non.

Le proposte fino ad oggi sul tappeto sono
in
adeguate sia per
l’emergenza sia per il futuro prossimo e non prevedono stanziamenti in grado di
garantire il diritto alla casa della nostra città. An
che il sindaco ha parlato
di bomba pronta ad esplodere. Come si intende disinnescare questa
bomba?

 

   

 

altre foto

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L’Horus al Teatro Argentina

Stamattina, 3 dicembre 2008, gli attivisti dell’Horus di Piazza Sempione sgomberato violentemente da polizia e carabinieri  il 21 ottobre scorso,  insieme ai precari dello spettacolo ed agli studenti hanno
simbolicamente occupato la sala del Teatro Argentina dove si stava svolgendo il convegno organizzato da Regione, Provincia e Comune "Lo spettacolo deve continuare"…..

 

LO SPETTACOLO DEVE CONTINUARE?
SE NON HORUS, QUANDO?


La crisi della rendita
e della speculazione si abbatte sulla cultura, attraverso il taglio del Fondo
unico dello spettacolo, con un sistema di welfare che non dà nessuna garanzia
alle migliaia di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo, compagnie teatrali,
tecnici, alla mercè di un mercato del lavoro sempre più flessibile e precario.
Oggi al Teatro Argentina, si discute di politiche culturali ma si dimenticano
le responsabilità del governo nazionale e dei sindaci-sceriffo nell’assalto
alla produzione culturale e agli spazi sociali che, più delle istituzioni,
hanno garantito la formazione e la cultura in questo paese.

Il governo
Berlusconi vuole fare pagare la crisi ai lavoratori, alle precarie, agli
studenti, alle pensionate, ai migranti. I provvedimenti presentati dal ministro
all’economia Tremonti regalano centinaia di milioni di euro alle imprese e alle
banche, mentre concedono una mancia indegna a un milione e mezzo di famiglie
incapienti: 40 euro al mese, 1,33 euro al giorno. Un’elemosina sufficiente a
pagare a malapena un cappuccino.

La legge 133 e la controriforma Gelmini
provano a distruggere definitivamente quel che rimane della scuola e dell’
università, ma si trovano davanti alla resistenza di un’Onda anomala, potente e
autonoma – fatta di studenti, ricercatrici, insegnanti, famiglie – che, dal
basso, sta costruendo una nuova idea di formazione pubblica.

Gli sceriffi del
governo, il sindaco Alemanno in testa, vogliono cancellare le esperienze
autogestite, come l”Horus occupato di Roma, veri e propri laboratori contro la
precarietà e la speculazione immobiliare, che nel corso degli anni hanno
garantito, contemporaneamente, la possibilità della produzione culturale
indipendente e il diritto all’abitare. Spazi sottratti alla speculazione,
luoghi di formazione continua per quel mondo della cultura, delle produzioni
audio visive, delle arti performative contemporanee fuori dalle logiche di
mercato, dalle lobby e dal potere politico.

L’esperienza dell”Horus occupato
è un bene comune della metropoli e come tale va difeso e salvaguardato. E’ ora
che tutte le istituzioni pubbliche – Regione, Provincia e Comune – diano
seguito alle parole intervenendo concretamente per sventare il ritorno della
speculazione. L”Horus deve tornare ad essere uno spazio pubblico dei precari,
delle studentesse, degli artisti e di chi ha costruito in questi due anni una
città migliore.

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

Horus Ovunque – Blocchi Precari Metropolitani

Roma, 3 dicembre 2008

foto

www.globalproject.info

 

 

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HORUS OVUNQUE

 

 

 Horus ovunque

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Operatori Sociali

Il futuro non è ancora scritto

 

 

Oparatori Sociali:
Assemblea cittadina – sabato 29 novembre – ore 9.30 – Facoltà
di Filosofia de”La Sapienza” – Via Carlo Fea, 2.

Con l’arrivo del nuovo anno i sevizi
socio-assistenziali rischiano di scomparire o di vedersi
ridimensionati e ridefiniti nelle condizioni di lavoro e nelle
finalità. L’amministrazione comunale, dopo i messaggi
intimidatori inviati in giugno tramite il blocco totale e arbitrario
dei finanziamenti,   ha infatti annunciato l’intenzione di
“riorganizzare” l’impianto delle politiche sociali a Roma. La
controparte, come da copione, è stata individuata nelle
centrali cooperative e nei sindacati confederali. Gli operatori
sociali, che da sempre si sono fatti carico dei servizi, in termini
di gestione e di rivendicazione di garanzie e fondi adeguati oltre
che di impulso ai processi di innovazione e sperimentazione di nuove
metodologie, costituiscono il corpo vivo del terzo settore. È
quindi impensabile immaginare qualsiasi ristrutturazione dei servizi
sociali senza dare voce e rilievo al punto di vista degli operatori.
Tutto questo si inserisce in un quadro in cui assistiamo allo
smantellamento del sistema formativo pubblico, con una violenta
svalutazione e impoverimento del ruolo e delle condizioni di vita
delle figure professionali e sociali che vi operano, dagli insegnanti
agli studenti, dagli operatori sociali agli utenti dei servizi.

La risposta degli operatori sociali è
di ripartire dalla propria formazione, tramite percorsi collettivi e
condivisi che mettano a valore il patrimonio di professionalità
diffuse sul territorio e sappiano rilanciare sul futuro del settore e
sulla sua capacità di innovarsi.

ROSP, la Rete degli
Operatori Sociali Precari, propone un percorso di workshop tematici,
da costruire insieme durante l’assemblea cittadina che si terrà
sabato 29 novembre dalle ore 9:30 presso la facoltà di
filosofia della Sapienza.

Il percorso, che presumibilmente si
svilupperà nell’arco di alcuni mesi, si nutre della
partecipazione degli operatori, che prendendo parola in prima persona
e confrontandosi sulle proprie esperienze,  sulle prassi
operative e sulle criticità del sistema, possano tracciare le
linee guida per disegnare un nuovo welfare che sia parte attiva
della società in evoluzione e da essa tragga costanti impulsi
di innovazione e crescita.

La proposta ha l’obiettivo di
attivare gli operatori sociali, che sono le forze pensanti, attive e
produttive del terzo settore, affinché, attraverso passaggi di
auto-formazione e di dibattito pubblico, possano produrre una
piattaforma di lotta che si contrapponga a quanto il sindaco Alemanno
e i suoi interlocutori interessati si accingono a
costruire.

Assemblea cittadina – sabato 29
novembre – ore 9.30 – Facoltà di Filosofia de”La
Sapienza” – Via Carlo Fea, 2.

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Non spegni il sole se gli spari addosso: Crash Libero!

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Non spegni il sole se gli spari addosso:
Crash Libero!

Il nostro pensiero è tornato immediatamente a quella mattina del 21 ottobre
scorso, a Roma, a piazza Sempione. Le stesse camionette che chiudono con la
violenza spazi liberati, la stessa puzza di morte che cerca di tingere di nero
gli squarci di colore che precar* e student* aprono nelle metropoli svendute
alla rendita e alla speculazione privata. Riviviamo, con la rabbia nel cuore,
lo sgombero dell’Horus occupato e quello del centro sociale Paz di Rimini,
avvenuto nella stessa giornata.

Ancora una volta, si pensa di rispondere con la guerra a chi, dal basso,
costruisce spazi di libertà e afferma nuovi diritti. Nessuno sgombero può
fermare il nostro desiderio di rivolta, nessuna camionetta può fermare le onde
di libertà che attraversano le nostre città. Mentre tutto il paese grida nelle
strade "Noi la crisi non la paghiamo", governo e poteri forti provano
a colpire e a dividere i movimenti, utilizzando la polizia e qualche frattaglia
neofascista. Ma noi non abbiamo paura.

Il nostro abbraccio più caldo, la nostra solidarietà va ai fratelli e alle
sorelle del Crash!, con i/le quali, un’anno fa, abbiamo rioccupato un sogno –
via Zanardi 106 – che oggi qualcuno tenta di uccidere. Ci saremo di nuovo,
ancora una volta, per riprenderci ciò che ci spetta: a Roma, a Rimini, a
Bologna, a Palermo, in tutta Italia. Gli sgomberi non fermano le nostre lotte e
le nostre passioni.
Con rabbia e con amore.

Le compagne e i compagni dell’Horus Occupato

Roma, 26 novembre 2008

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Adunanza Sediziosa! Non abbiamo paura

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mso-bAdunanza Sediziosa! Non abbiamo paura

15 studenti denunciati per i fatti di Piazza Navona

Roma: Oggi alla Sapienza si è tenuta la
conferenza stampa  per parlare e comunicare con tutti in merito alla
gravissima vicenda delle denunce, che sono arrivate in queste ore, ai danni di
15 studenti dell’università per i fatti di piazza Navona. L’ipotesi
della magistratura – tutta da verificare visto che molte persone denunciate
neppure erano presenti nella piazza durante i fatti – è che questi studenti
sono passibili di un’accusa per lesioni, rissa e adunata sediziosa
.
Queste denunce non parlano di quello che è realmente accaduto in piazza Navona.
L’unica adunata sediziosa che si è tenuta il 29 ottobre è quella di un gruppo
di neofascisti armati di tutto punto e mililtarmente organizzati che entrano in
una piazza -in cui si stava tenendo una manifestazione, questa si autorizzata e
pacifica, contro l’approvazione  del decreto Gelmini –  per aggredire
indiscriminatamente gli studenti medi e universitari. Anche l’accusa di rissa
oltre a non corrispondere ad una verità giuridica, risponde ad una precisa
esigenza politica del Governo: quella di equiparare un gruppo sparuto di neofascisti
alla potenza del movimento dell’onda. Continueremo a ribadire che quel
giorno a piazza Navona non ci sono state due aggressioni simmetriche, non c’è
stata una rissa, ma un’unica aggressione di un gruppo ben definito ai danni di
tutti gli studenti.
In questi giorni continueremo a dire che "noi
non abbiamo paura"
nè di affermare la qualità antifascista di
questo movimento, nè  di queste denunce. Noi non abbiamo paura di un
Governo, che prova con queste accuse ad intimidirci, criminalizzarci e metterci
all’angolo. Noi non abbiamo paura, e per questo continueremo a produrre momenti
di conflitto e di protesta con l’intelligenza e la determinazione che ci ha
caratterizzato fino ad ora.

 

Roma, 24 novembre 2008

 

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La verità su Piazza Navona

LA VERITA’ SU PIAZZA
NAVONA

FUORI IL FASCISMO DALLE SCUOLE


Nei giorni scorsi abbiamo appreso che 15 studenti e studentesse, alcuni


neppure presenti in piazza navona, sono stati raggiunti da surreali denunce


per rissa, adunata sediziosa, e lesioni (!) per quanto accaduto a Piazza


Navona.


La verità su Piazza Navona è nota a tutti. E’ nota perchè le migliaia di


studenti e studentesse presenti hanno visto. E’ nota perchè tutte le


documentazioni video sono inequivocabili. E’ nota perchè tutti i testimoni,


a partire da giornalisti come curzio maltese, concordano.


I fatti, in sintesi, sono semplici. Il Blocco Studentesco, un gruppuscolo


dichiaratamente neofascista, la mattina del 29, mentre in senato si votava


il decreto gelmini sulla scuola, si presentava alla manifestazione spontanea


degli studenti in piazza, tentando di prenderne persino la guida con metodi


squadristi.


La stessa operazione che avevano tentato nei due giorni precedenti. Il 27


prendendo con la forza la testa di un corteo spontaneo di studenti del IV


Municipio (operazione attuata con la complicità della polizia in piazza)


portando alla dissociazione degli stessi promotori a fine giornata. Il 28


presentandosi sempre sotto il Senato e tentando di aggredire il corteo che


da Piazza della Repubblica era arrivato fin lì.


Mercoledì 29 Ottobre, in Piazza Navona, il Blocco Studentesco trova la


reazione compatta e spontanea degli studenti presenti in piazza. Immediati


si creano cordoni pacifici che tentano di tenere a distanza i provocatori,


si alzano slogan che rifiutano il fascismo, si invitano i neofascisti a


lasciare la piazza.


I militanti neofascisti, di fronte a questa reazione del corpo studentesco


che rifiuta la loro presenza, decidono di caricare gli studenti e le


studentesse dei licei. Tutti i filmati testimoniano chiaramente che


neofascisti, a freddo, organizzano una carica armati di caschi e cinte,


colpendo indiscriminatamente nel tentativo di far avanzare il loro camion


(che si scoprirà poi essere riempito di mazze tricolore).


Mentre avviene tutto questo, le forze dell’ordine rimangono non solo


immobili, ma persino – come testimoniato da curzio maltese – collaborano con


i neofascisti.


Nel frattempo, da Piramide si muoveva un corteo promosso dai collettivi


delle scuole e dalla università, cui partecipano almeno cinquemila studenti


e studentesse.


Il corteo, già previsto ed annunciato, e vi partecipavano almeno venti


istituti superiori. E’ questo il corteo che arriva in Piazza Navona, e trova


una situazione inequivocabile. Diversi studenti feriti, due ragazzi in


ospedale, i neofascisti armati di mazze tricolore allineati in un lato della


piazza pronti a rinnovare le cariche delle quali si erano già resi


protagonisti.


In questa situazione, preso atto che la polizia aveva lasciato già


aggredire gli studenti e le studentesse e che aveva consentito ai


neofascisti di estrarre mazze tricolori e allinearsi per una nuova carica,


gli studenti e le studentesse non hanno potuto che esercitare il proprio


diritto all’autodifesa.


I neofascisti, che hanno visto fallire i loro tentativi di infiltrazione


nelle mobilitazioni degli studenti, provano a sostenere l’impossibile con


montaggi video sempre piu’ arditi, smentiti dai filmati come ha dimostrato


anche la redazione di chi l’ha visto (provocando la nota e scomposta


reazione dei fascisti).


Ma, curiosamente, sembra che anche le forze dell’ordine, il governo, e la


magistratura tentino di avvalorare una tesi che vorrebbe quella di piazza


navona una "rissa" fra centri sociali e neofascisti.


Non siamo disposti ad accettare simile teorema. Eravamo tutti e tutte in


Piazza Navona. C’eravamo dalla mattina, a sventare l’ennesimo tentativo di


infiltrazione di blocco. E c’eravamo tutti e tutte anche nei cordoni che si


sono frapposti fra i militanti neofascisti ed il resto della piazza, per


evitare una nuova carica dei neofascisti. Ed eravamo in migliaia nel corteo


che da Piramide si è diretto in Piazza Navona.


Se quel corteo incrimato, partito da piramide, annunciato pubblicamente e


promosso da decine di istituti assieme agli universitari, era una "adunata


sediziosa" siamo pronti, in centinia di studenti e studentesse di decine
di


istituti, ad autodenunciarci alle forze dell’ordine.


E se autotelare una manifestazione, anche a seguito dello scandoloso


atteggiamento delle forze dell’ordine in piazza che avevano già lasciato


caricare gli studenti con cinghie e caschi, era essere partecipi ad una


rissa, allora siamo stati tutti partecipi di una rissa.


Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai denunciati. Ma sopratutto


rifiutiamo il tentativo di dividere le mobilitazioni, di dividere gli


studenti e gli universitari, di additare qualche centro sociale.


E’ questo che in questi giorni stiamo affermando con forza. Questa mattina


il liceo virgilio, il liceo mamiani ed il liceo socrate hanno interrotto la


didattica, si sono presi assemblea, ed hanno dato vita ad un corteo interno


all’istituto. Stessa cosa avevano fatto sabato gli studenti dell’istituto


psicopedagogico rosseau. In altre quindici scuole, dal tasso al labriola di


ostia, dal righi al cavour, sono stati affissi striscioni e diffusi


volantini.


Il movimento degli studenti rifiuta le infiltrazioni dei neofascisti, e


rifiuta i teoremi che qualcuno sta portano avanti.


Apprendiamo infine in queste ore che Blocco Studentesco ha preavvisato in


questura una manifestazione per Venerdì 28, in concomitanza alla


mobilitazione nazionale di scuole ed università promossa dall’assemblea


naziona alla Sapienza della scorsa settimana.


Una chiara provocazione, ed un tentativo di costringere il movimento in una


dinamica di scontro che non ci interessa. Da parte nostra, Venerdì 28 saremo


come previsto nelle piazze e nelle strade della nostra città, insieme agli


studenti di tutta italia.


Ci auguriamo che le istituzioni di questa città non permettano ancora ai


neofascisti di provocare le manifestazioni degli studenti. Se lo faranno,


sarà ormai chiara a tutti una "strategia della tensione" della quale,
dal


governo al prefettura ai vertici della polizia, si dovranno assumere la


intera responsabilità.


studenti e studentesse delle scuole in rivolta di roma

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HORUS OVUNQUE

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Sabato 15 novembre_dalle h 19.00

>>>LABEL PARTY ACROBAX<<<

L.O.A. Acrobax
via della vasca navale 6
– ingresso 5€ –

“Subculture
Recordings” è lieta di presentare l’uscita del primo 12" drum’n’bass
autoprodotto, con due lati in stile neurofunk del romano MazteK e del
già affermato producer tedesco N:Phect, che questa volta si cimenta in
un remix dell’artista capitolino. Il primo vinile della Subculture
vuole essere culmine e al tempo stesso rilancio di un progetto che da
sempre promuove la drum’n’bass in ogni sua forma.

Questa
iniziativa, ospitata presso il l.o.a. Acrobax, è una tappa della
campagna di liberazione dell’Horus Occupato di piazza Sempione, il
centro sociale sgomberato con un’operazione di guerra martedì 21
ottobre 2008. L’ex discoteca Horus club [ex cinema e teatro Aniene] era
stata occupata il 1 giugno 2007 da un’ampia rete di studenti, precari
dello spettacolo, famiglie senza casa e sfrattati, con l’obiettivo di
promuovere uno spazio di aggregazione sociale, di produzione culturale
indipendente e di lotta alla precarietà abitativa.

L’esperienza
dell’Horus Occupato in pochi mesi ha ospitato decine di compagnie
teatrali, gruppi musicali, associazioni culturali puntando sulla
sperimentazione e la ricerca artistica e riscattando dal degrado
l’intero territorio.

L’Horus rappresenta una straordinaria
esperienza di riqualificazione dal basso della città. Un’esperienza che
materialmente ha costruito una città davvero «sicura» e accogliente.
Una città a cui non vogliamo rinunciare.


Sabato 15 novembre 2008

Sostieni le etichette indipendenti!

Sostieni l’Horus Occupato!

Dall’aperitivo,
ad animare la serata all’Acrobax sarà il trio romano hip hop “Neuroma”
(thesnatchh) che proporrà uno showcase di tracce autoprodotte; gli darà
il cambio “Intiman” (Korrupted Dancehall/Untravelled Ground) che andrà
ad aumentare i bpm col suo set breakbeat/techno.

Ad aprire la
nottata d’n’b sarà “Dj RooKie” (Korrupted Dancehall/Subculture),
seguito da “Interspeed” (Subculture/Legion), “Dj Kina” (Subculture) e
naturalmente “Maztek” (Subculture/Basswerk/Modulate/Abducted) insieme
al tedesco “N:Phect” che proporranno nei loro prorompenti set anche
"Eletric Rain" e "Karma Mistake", le due autentiche bombe che
compongono appunto il primo vinile Subculture.
Presenti inoltre al microfono “Mc Shot” e “Ka:lu” alle videoproiezioni, per una serata che promette di incendiare il dancefloor.


la libertà non si paga, si strappa!
>HORUS OVUNQUE<

horusoccupato.noblogs.org
 

 

 

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La Felicità non si paga si strappa!

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO
L’Horus non è in rendita!

Il 21
ottobre 2008 Roma è stata privata di un luogo importante per la sua
vita culturale e sociale: l’Horus occupato di piazza Sempione. Si è
trattato di uno sgombero violento, una vera e propria occupazione
militare, coperta dal sindaco Alemanno e dal ministero degli interni,
che vuole impedire a un pezzo di città la possibilità di esprimere
cultura indipendente, di battersi contro la precarietà, di difendere ed
estendere i diritti sociali. L’Horus occupato è un laboratorio di
sperimentazione artistica, teatrale, musicale, luogo di attraversamento
delle culture metropolitane e delle arti performative contemporanee. Ma
anche spazio di organizzazione dei precari, degli studenti, dei
migranti, dei senza casa. «Centro sociale» di nuova generazione, che si
batte per il diritto all’abitare e per il reddito garantito.

Per
chi l’Horus l’ha attraversato – e in questa città sono stati davvero in
tanti – è impossibile accettare la chiusura di questo spazio. Vogliamo
capire se per la proprietà – società Gemini – e le istituzioni l’Horus
rappresenta solo un luogo di speculazione e di rendita, a discapito
della cultura e dei diritti. Il tentativo di trasformare abusivamente
gli spazi artistici in un supermercato spiega bene il modello
urbanistico ed economico che vogliono imporre.

Oggi siamo qui,
nel cuore di Roma, accanto al Parlamento italiano
, davanti una delle
proprietà del signor Gemini per ribadire che la cultura non si
sequestra e che non accetteremo alcun cambio di destinazione d’uso
degli spazi dell’Horus. Non permetteremo alle istituzioni locali e alla
proprietà di cancellare un’esperienza sociale e culturale che ha
trasformato un pezzo importante della città.


La campagna di liberazione continua…


Chi uccide la cultura, uccide la libertà.
Giù le mani dall’Horus!


Foto da EidonPress

Gli/Le
occupanti dell’Horus – Blocchi Precari Metropolitani/Unders – Palestra
Popolare Valerio Verbano – Astra19 Spazio pubblico autiogestito – Villa
Alpi Apuane Occupata – Via Volonté Occupato

 In allegato la Lettera_horus.doc indirizzata alla Regione, alla Provincia e al Comune di Roma
per la convocazione di un tavolo allargato che coinvolga tutti i
soggetti della trattativa

Roma, 6 Novembre 2008

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