Occupazione Rom

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font-familySIAMO ROM, NON SIAMO NOMADI: CI PRENDIAMO LA CASA

Roma: contro il pacchetto (in)sicurezza, diritti e accoglienza per tutti!

18/ 06/ 2009

Oggi è una giornata
importante.

Doveva essere il giorno del nostro ennesimo sgombero mediatico senza soluzioni
alternative, per mano di militari mandati dal Comune di Roma e invece…

Siamo 100 rom e romní della Romania,
da anni costretti a vivere nelle fatiscenti baracche di via di Centocelle senza
acqua ne luce, assediati dai ratti. Siamo giovani donne e uomini che hanno
davanti ancora tutta la vita, la metà di noi non é ancora maggiorenne e
frequenta le scuole del municipio VI con il massimo delle presenze e un ottimo
profitto. Già da mesi abbiamo intrapreso un percorso per rivendicare il nostro
essere rom, ma non nomadi, come tutti i media raccontano senza conoscerci. E
così abbiamo iniziato a lottare per il nostro diritto ad un’esistenza degna,
dentro le case e fuori dai campi ghetto che stanno progettando per noi.

Siamo cittadini comunitari e questo
ci dà il diritto a stare liberamente nel territorio in cui viviamo ma vogliamo
farlo nel rispetto delle nostre persone e della nostra sicurezza. Grazie
all’aiuto di un’associazione gadgè (non rom), abbiamo intrapreso percorsi di
auto-recupero di direzione opposta all’assistenzialismo che ha sempre cercato
di proporci chi, sulla nostra pelle, continua a fare la propria fortuna.

Siamo scesi nelle strade del quartiere
durante la Mayday 2009
, attraversandole con uno striscione sul quale era
scritto: "SIAMO ROM, NON SIAMO NOMADI. VOGLIAMO LA CASA". Ci siamo
inseriti in percorsi di lotta con altre realtà italiane e migranti della città
che vivono la nostra stessa emergenza abitativa.

Oggi abbiamo scelto di
"riqualificare"
(vogliamo usare il termine con cui di solito le
istituzioni chiamano gli sgomberi dei rom come noi) un edificio da tempo
abbandonato su questo territorio per costruirci la nostra nuova esistenza.
L’abbiamo fatto su questo territorio perché qui abbiamo costruito i nostri
ottimi rapporti col quartiere, in modo particolare con le scuole, dove esigiamo
che i nostri figli continuino ad andare. Siamo gente onesta, siamo lavoratori e
lavoratrici senza diritti che contribuiscono alla ricchezza di questa città e
di questo paese. Oggi iniziamo a vivere dentro una casa perché i campi sono
prigioni-discariche a cielo aperto e noi non siamo né bestie né prigionieri.

Chiediamo pertanto alle istituzioni
competenti l’immediato blocco di tutti gli sgomberi
degli insediamenti rom
della Capitale fino all’attuazione di un
piano di edilizia residenziale pubblica che consenta anche ai rom il passaggio dal
campo alla casa per chi sceglie la vita stanziale
. Come previsto, tra
l’altro, dall’art.7 della Legge regionale del Lazio n.82 del 24-5-85.

Oggi noi abbiamo iniziato a rivendicare
il nostro diritto a R-esistere
.

Rom e Romnì di via di Centocelle
Blocchi Precari Metropolitani

foto da eidonpress

globalproject

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