Stupro a Bufalotta!

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE:

CASA, REDDITO E DIRITTI PER TUTTE

 

Nella notte fra il 2 e il 3 giugno una donna di 34 anni è stata stuprata mentre rientrava nella sua abitazione a Bufalotta.

Questa volta lo stupratore ha agito con il volto coperto, pare si tratti di un uomo italiano.

Nei
mesi scorsi a Roma si sono ripetuti numerosi episodi di violenza contro
le donne, utilizzati strumentalmente per aizzare la guerra contro i
migranti.

Invece
che affrontare l´emergenza culturale in un paese in cui il maschilismo
e il patriarcato legittimano la violenza maschile (l’80 per cento delle
violenze avviene dentro le mura domestiche), in un sistema economico
che precarizza le nostre esistenze, il governo Berlusconi utilizza la
retorica della "sicurezza", per varare provvedimenti razzisti e
xenofobi che nulla hanno a che fare con  la lotta contro la violenza
sulle donne. E’ certo che le ronde militari o civili nelle strade non
ci tutelano dai maschi che, dentro casa, violentano mogli, figlie, ex
fidanzate.

E
mentre si militarizzano le città, in un paese consegnato a una cultura
sessista (basta dare un’occhiata ai programmi tv o alle pubblicità), il
governo vara il "pacchetto sicurezza" e taglia i fondi ai centri
antiviolenza come ai servizi sociali.

La
violenza contro le donne non ha passaporto, è maschile. Si tratta di un
fenomeno che attraversa tutte le culture, tutti gli strati sociali. Il
problema della violenza sulle donne è legato a una cultura di dominio
maschilista che segna ancora le relazioni sociali nel nostro paese. Le
donne straniere, tra tutte, vivono un doppio problema, perché se non
hanno il permesso di soggiorno non possono difendersi e denunciare.

Per
tutte manca la certezza del reddito, la certezza di una casa, persino
la certezza dell’assistenza sanitaria. Con il nuovo pacchetto sicurezza
non si sa neppure se i centri antiviolenza potranno accogliere per via
legale le cittadine straniere senza permesso di soggiorno.

Come
abitanti di questo territorio crediamo che la sicurezza non passi per
la militarizzazione e il controllo sociale. La nostra libertà la
difendiamo insieme autorganizzando la nostra vita, non la deleghiamo né
a un poliziotto né a un sindaco con la croce celtica al collo. Abbiamo
bisogno di servizi, di scuole, di strade illuminate, di condividere
spazi di socialità dove elaborare una cultura differente dello stare
insieme, a partire dai linguaggi con i quali donne e uomini
sperimentano forme di convivenza, basate sul riconoscimento delle
differenze – prima fra tutte, quella di genere – e sul pieno
riconoscimento dell´autodeterminazione delle donne.

Non serve il pacchetto sicurezza, non servono ronde né telecamere, non abbiamo bisogno di altro controllo ma di diritti.


Vogliamo la libertà di andare dove vogliamo, la libertà di conquistare i nostri diritti.

Contro la violenza maschile sulle donne, contro il sessismo e il patriarcato, contro il razzismo e la società del controllo

 

Casa, reddito, cultura, diritti per tutte.

 

Guai a chi ci tocca!

 

 

Blocchi Precari Metropolitani- Volonté occupato

 

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