-
Recent Posts
- DINAMOFEST II EDIZIONE ROMA, 15 → 23 GIUGNO 2012 Città dell’AltraEconomia (ex Mattatoio di Testaccio)
- 13 e 14 giugno – Blockupy DDL Fornero
- Carla Zappelli parlava anche con gli occhi e con le mani…
- LA LOTTA PAGA! MA CHI PAGA LA LOTTA?
- SANATORIA PER GLI INQUILINI SENZA TITOLO: APPROVATO ODG IN IV MUNICIPIO
Recent Comments
Archives
- June 2012
- May 2012
- December 2011
- November 2011
- July 2011
- March 2011
- February 2011
- January 2011
- November 2010
- October 2010
- June 2010
- May 2010
- April 2010
- March 2010
- February 2010
- January 2010
- December 2009
- November 2009
- October 2009
- September 2009
- August 2009
- July 2009
- June 2009
- May 2009
- April 2009
- March 2009
- February 2009
- January 2009
- December 2008
- November 2008
- October 2008
- July 2008
- June 2008
- May 2008
- April 2008
- March 2008
- February 2008
- January 2008
- December 2007
- November 2007
- October 2007
- September 2007
- July 2007
- June 2007
Categories
Meta
Open space all’HorusLiberato 2.0
Posted in Generale
Comments Off on Open space all’HorusLiberato 2.0
Euromayday2009!
Primo maggio – Euromayday2009
A Palermo, Roma, Milano (e tutta Europa), precari e migranti festeggiano un primo maggio di gioia e rabbia.
Rotta
verso il futuro! Nella city di Londra e nelle strade di Atene, nelle
università e scuole che cavalcano l’Onda dei movimenti per il diritto
al sapere e alla formazione, l’Europa si solleva contro il neoliberismo
e i suoi disastri. Abbandoniamo la nave liberista che affonda e usciamo
dalla crisi con nuovi diritti! La sicurezza che vogliamo si chiama
reddito, diritti nel lavoro e oltre il lavoro, cittadinanza per i
migranti, diritto alla casa, scuola e sanità pubbliche e di qualità,
trasporti gratuiti, conoscenza e formazione libere e condivise, tutela della salute sui luoghi di lavoro.
In
questo 2009 italiano, all’orizzonte scorgiamo più precarietà,
vessazioni contro i migranti, paura del futuro, intolleranza sociale.
Eppure il consenso dei sudditi nei confronti dell’imperatore aumenta.
La
crisi viene vissuta come un elemento alieno, come se noi non contassimo
niente, nel bene e nel male, nell’economia globalizzata.
Nel
frattempo, la direzione in cui si muovono i governi europei è chiara:
proteggere con miliardi di euro le banche e le imprese che hanno
provocato la crisi. In questi anni la finanziarizzazione
dell’economia ha definitivamente trasformato il profitto in rendita e
saccheggio. Per questo è ancor più urgente una battaglia europea, oltre
che italiana, per l’accesso a un reddito sociale incondizionato, sotto forma di denaro e anche di accesso a un pacchetto di servizi e beni comuni essenziali.
La
risposta di Tremonti (Dio, patria e famiglia) è un abile modo di non
toccare i veri problemi sollevati dalla crisi. Il governo ha attaccato
il contratto nazionale, limitando il diritto di sciopero; le imprese ristrutturano
e precarizzano, licenziano e non rinnovano i contratti precari, non
investono ma cercano solo disperatamente di salvare i profitti.
Il
«Piano casa» del governo è un regalo alla speculazione, non offre
risposte alla crisi abitativa, soprattutto ai precari – giovani, single,
migranti – che rivendicano il diritto all’abitare. Il centrodestra
propone meno diritti e qualche aggiustamento degli ammortizzatori
sociali; il centrosinistra, capitanato da Franceschini detto Cuor di
leone, ne propone l’allargamento. Ma ammortizzatori che si
applicheranno solo a una
piccola percentuale dei lavoratori servono di più alla propaganda confindustriale che ai precari.
Dalle
strade di Roma, Milano e Palermo la Mayday lancerà un percorso di
analisi, di agitazione, di critica a un modello di sviluppo
insostenibile.
Noi precari e precarie, nativi o migranti, viviamo
tutti i giorni la precarietà sulla nostra pelle. Abbiamo il diritto di
dire a cosa aneliamo.
Vogliamo cittadinanza e vogliamo un welfare
che sposti i diritti dal contratto verso la persona. Chiediamo la
garanzia del reddito per poter rifiutare i lavori a più alto tasso di
sfruttamento e sfuggire ai ricatti che ci impediscono di generare
conflitto, lottare per i nostri diritti e per la riappropriazione dei
beni comuni: casa, conoscenza, formazione e informazione, mobilità, socialità, spazi pubblici
Ps:
La rete Mayday dell’Aquila ha camminato con noi per tanti anni e ora,
sommersa dal terremoto, sta lottando per una ricostruzione trasparente, partecipata, dal basso. Siamo dalla vostra parte!
Primo maggio 2009
Milano, Porta Ticinese Ore 15.00
Palermo Piazza Marina Ore 16.00
Roma, Porta maggiore. Ore 12.00
Berlino,
Brema, Den Bosch, Gent, Gornja Radgona, Amburgo, Hanau, Helsinki,
Liegi, Lisbona, Malaga, Porto, Terrassa, Tubingen, Vienna.
Mayday: make them pay!
Posted in Generale
Comments Off on Euromayday2009!
v per vendetta: OCCUPA IGIENE!
Dall’Università la Sapienza, apriamo insieme spiragli di libertà!
CIRCOLO DI WILLIS LIBERO!
Difendiamo gli spazi autogestiti – Autogestiamo l’università!
Il Circolo di Willis è stato sgomberato. Gli studenti e le studentesse di medicina si sono trovati davanti ad una porta chiusa. Chiusa nel silenzio e nell’ombra, come ormai tutto avviene tra le mura della Sapienza.
Rompiamo questo muro di silenzio! Infrangiamo questa cappa omertosa!
Mercoledì 29 aprile da tutte le facoltà caliamo striscioni che facciano sentire la nostra voce, che dicano che gli spazi autogestiti da student* e precar* non si toccano. Che ci riprenderemo, tutti insieme, quelli che ci tolgono e che ne libereremo altri.
La gestione Frati ha inaugurato un modo nuovo di governare l’università: una fitta di rete di rapporti di potere e di scambi di favore imbriglia l’università e tenta di contenere l’assalto dell’Onda che da quest’autunno ha messo in crisi il sistema Frati e si oppone alle politiche di dismissione dell’università pubblica.
Gli spazi autogestiti da student* e precar* sono un bene comune, aperti a tutti coloro che hanno bisogno di uno spazio per incontrarsi, per produrre cultura indipendente e conflitto, il cuore pulsante dell’università che vogliamo costruire, la risposta al rilancio al governo dell’università e al governo del paese.
Mercoledì 29 sarà solo l’inizio. La prima tappa di un percorso di mobilitazione che il 6 maggio si riprenderà ciò che ci spetta e che andrà avavnti fino a quando tutta l’università sarà libera ed autonoma.
PROSSIMI APPUNTAMENTI:
29/04 >> giornata di mobilitazione contro gli sgomberi
h13> striscionata d’ateneo
h18> assemblea co.m.uni.a. a igiene
h22> FESTA A IGIENE! a sostegno delle spese legali di via induno
–> DJ RESYSTOR elettronic
06/05>> V per VENDETTA…OCCUPA IGIENE!
VOGLIAMO SPAZI PER R-ESISTERE
OMNIA SUNT CO.M.UNI.A.!
(Cospirazione Metropolitana per l’Università Autogestita)
Posted in eventi
Comments Off on v per vendetta: OCCUPA IGIENE!
Dalle periferie del mondo al cuore della terra!
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;}
L´Associazione YaBasta
Moltitudia Onlus
Moltitudia Onlus
presenta
Dalle
periferie del mondo al cuore della Terra!
Giovedì
23 e Venerdi 24 aprile 2009
Roma – Horus Liberato 2.0 – P.zza
Sempione
L´ Associazione Ya Basta! da anni accompagna le lotte dei fratelli e delle
sorelle del continente Latino Americano e di tutte quelle realtà, in Italia e
nel mondo, che cercano di resistere e opporsi alle logiche del mercato
neoliberale.
Realizziamo progetti e carovane in Messico, in Argentina, in Ecuador, in
Brasile, creando ponti tra lotte e resistenze, entrando in contatto con comunità e culture altre, con le diverse
forme di autorganizzazione sociale, costruendo la nostra globalizzazione dal
basso, fatta di diritti e di rispetto tra i popoli. Esperienze dalle quali sono
nati progetti di sostegno di diversa natura, che principalmente riguardano la
difesa dei beni comuni, come l´acqua, la salute, l´educazione, l´ambiente e la
comunicazione. Tutte con un comune denominatore: la costruzione di relazioni
tra esperienze di base che promuovono la partecipazione della popolazione alla
vita delle proprie comunità, con un´idea di cooperazione che nasce dal basso attraverso
una modalità attiva e partecipata.
Narr_Azioni dal basso
Un filo conduttore di queste due giornate sarà la terra e le forme di resistenza
che dal basso la difendono dalle forme più aggressive del capitalismo globale
che nel nome del profitto e della crescita stanno portando il nostro pianeta verso il collasso, distruggendone
le risorse, portando come sempre guerre e povertà.
Uno spazio pubblico aperto anche per riflettere e condividere pensieri e azioni
contro la crisi globale, sulle problematiche che apre e le opportunità che
crea.
Alcuni ospiti internazionali presenti al festival "Questa terra è la nostra terra", a Treviso in opposizione al
G8 dei Ministri dell´Agricoltura, saranno nostri ospiti a Roma all´interno di questo evento con uno spirito ed un desiderio di conoscenza reciproca e condivisione
dei percorsi con i movimenti della nostra città. Una occasione per mettere in
rete esperienze e relazioni nel mondo, in particolare dell´America Latina, del
Medio Oriente e dell´India con le nostre forme metropolitane di
autorganizzazione che lottano per il diritto alla terra, alla casa, al reddito,
allo studio per una vita degna.
Dalle periferie del mondo ribelle,
dalla rabbia degna delle lotte costruiamo alternativa. Come granelli di sabbia
ci insinuiamo nei meccanismi di potere e li inceppiamo.
Insieme, trascinati da un´onda in movimento, formiamo dune contro la barbarie,
creando nuovi terreni fertili e sperimentando altri mondi.
Noi siamo
la Resistenza. Noi siamo la crisi. Noi siamo la soluzione!
PARTECIPANO: Ass Ya Basta Italia, Rete Italiana di Solidarietà con
il Popolo Kurdo, Sport sotto l´Assedio, rappresentanti delle Comunità Palestinese e Kurda, Amig@s MST
Italia, Associazione Terra/ Terra, GAP (Gruppi di Acquisto Popolari), GASP
(Gruppi di Acquisto Solidali Popolari), gli studenti dell´Onda Romana, Blocchi
Precari Metropolitani, Action, Centri Sociali romani, Servizio Civile
Internazionale, CARTA, RdB, Asia, Associazione "Progetto Sur"…
PROGRAMMA
Oltre ai momenti di dibattito e incontro, saranno attivi i seguenti spazi:
* espositivo (con mostre
fotografiche e mostre esplicative dei progetti di solidarietà dell´associazione
Ya Basta e delle altre associazioni partecipanti)
* video/cinema
(Documenti autoprodotti e Film)
* stand
dell´associazione Ya Basta e delle altre associazioni partecipanti
GIOVEDI 23 APRILE 2009
Ore 18,00 NarrAzioni dal basso>> Medio oriente- Palestina e Kurdistan:
terra, diritti e r_esistenze.
* Incontro con la carovana "Sport Sotto l´Assedio" di ritorno dalla
Palestina
* Presentazione del libro "Restiamo umani" di Vittorio Arrigoni (in
collegamento da Gaza)
* Incontro con la delegazione di osservatori internazionali di ritorno dal
Kurdistan info
Bio-aperitivo a sottoscrizioneSelezioni
Musicali(Horus Liberato 2.0)
dalle ore 21,00 spazio Video/ Cinema
Edi Bese! Ora Basta! Viaggio nel
Kurdistan turco insanguinato dalla guerra >di Cristiano Rea > Marzo 2008 Testimonianza video
della delegazione italiana presente nel Kurdistan turco nei drammatici giorni
del Newroz 2008. La delegazione della Rete italiana di solidarietà con il
popolo kurdo ha incontrato politici e rappresentanti della società civile curda
in Turchia ed è stata testimone delle violenze poliziesche nelle città di Van e
Hakkari (anatolia sud orientale).
Per uno solo dei miei due occhi
>di Avi Mograbi>Francia, Israele 2005>durata 100 minuti
Un documentario per approfondire
il conflitto tra Israele e Palestina con particolare attenzione alla drammatica
condizione del popolo palestinese. Il mito di Sansone e Massada insegna ai
giovani israeliani che la morte è meglio della dominazione. Oggi i giovani
palestinesi combattono, attraverso l´Intifada, contro le quotidiane umiliazioni
e violenze dell´occupazione dell´esercito israeliano.
Storia, mito e attualità si intrecciano
e si fondono sullo sfondo della realtà palestinese.trailer Valzer con Bashir
>di Ari Folman > Israele, Germania, Francia 2008 >Durata: 80 minuti
Un film d´animazione che non è un cartoon, un racconto di guerra che è un
viaggio nella memoria, un documentario che evoca fantasmi. I fantasmi del 1982,
anno della strage di Sabra e Shatila, nei campi profughi palestinesi in Libano,
per mano dei falangisti cristiani e dell´esercito israeliano capeggiato da
Ariel Sharon. Con il pretesto di recuperare la memoria perduta il regista
ricostruisce la sue esperienza di quell´episodio come i frame di un incubo
indagando tra i suoi ex commilitoni.
VENERDI 24 APRILE 2009
ore 18,00 "NarrAzioni dal basso”
>>La terra e la metropoli:
conflitti e nuovi spazi nella crisi globale saranno presenti gli ospiti
internazionali:
* Mauro Millan, Patagonia Argentina, Portavoce Popolo Mapuche presentazione;
* Francinaldo Correia- Movimento Sem Terra – Brasile;
* Subramaniam Kannaiyan-Associazione dei contadini del Tamil Nadu.India
presentazione
* Contributo di: Oscar Olivera- Bolivia- Portavoce della Coordinadora de
defensa del agua y la vida Cochabamba)
Bio-Aperitivo elettronico (…-1.30)
Live & Dj set
Track_one(THC)
Resystor(Horus Occupato)
Dalle ore 21,00 spazioVideo/ Cinema
La Degna Rabbia >Chiapas Messico> Riot Generation Video/
Margine Operativo>produz. YaBasta>2009 >47minuti
Racconta il magma incandescente di visoni e di lotte che ha attraversato il
festival della Degna Rabia in Messico organizzato dall’EZLN e dalla Otra
campagna nel dicembre 2008. Narra l´anomalia di un festival autonomo e indipendente
creato da una molteplicità di linguaggi, di conflitti, di codici artistici che
si collocano per scelta in basso e a sinistra. 10 giorni densi, straordinari
che hanno tracciato un calendario e una geografia delle lotte e delIe
prospettive che attraversano i movimenti nel mondo, e che hanno disegnato una
mappa del possibile.
trailer Diario del Saccheggio (Memoria del Saqueo)>Argentina
2001, la rapina del secolo > regia di
Fernando E.Solanas >2005 >118 minuti
Il regista ha realizzato questo documentario con lo scopo di mostrare come
l´Argentina sia giunta alle condizioni economiche disastrose in cui versa
attualmente, devastata da una nuova forma di aggressione, silenziosa e
sistematica, che ha lasciato sul campo più vittime di quelle provocate dalla
dittatura militare. Nel nome della globalizzazione e del più selvaggio liberismo,
le ricette economiche degli organismi
finanziari internazionali hanno portato al genocidio sociale e al
depauperamento della nazione. In tempi di crisi, può essere utile capire
l’origine e le motivazioni della crisi argentina del 2001. Esempio di come la
globalizzazione economica genera corruzione, differenza sociale e porta i paesi
a situazioni di estrema povertà.
L´abbaglio di una politica
economica scellerata, che in pochi anni voleva passare da una dittatura ad un
liberismo estremo in campo finanziario. Il risultato è quello di un nuovo
colonialismo più subdolo e difficile da combattere rispetto a quello politico o
militare, esercitato per esempio da compagnie straniere (come le spagnole
Repsol e Telefonica) che possono contare su condizioni di favore e privilegi
negati nei rispettivi Paesi d´origine.
Lista de Espera (Lista d’attesa) >Cuba >regia di Juan Carlos
Tabío>2000 >film
Nella stazione degli autobus di
una cittadina cubana aumentano i passeggeri in attesa perchè gli autobus
arrivano tutti pieni. Tra le persone in attesa Emilio, un giovane ingegnere
simpatizza con Jacqueline, una bella ragazza fidanzata con uno spagnolo, mentre
aspettano che venga riparato un autobus che a giorni alterni va ad est o ad ovest.
Al momento di partire l’autobus si rompe di nuovo e Fernàndez, il dirigente,
annuncia di non poter fare altro che chiudere la stazione. La maggior parte dei
passeggeri se ne va ma Emilio, invece, propone di riparare loro stessi
l’autobus. Nonostante le proteste del dirigente tutti si impegnano e
nell’operazione si crea una complicità che permette a tutti i personaggi di
riconciliarsi con se stessi e riscoprire il loro lato migliore. Una metafora
per dire come nell´iniziativa del collettivo, nella solidarietà della base
prende corpo l´utopia di un sogno collettivo, che al risveglio persiste in
qualche traccia, superando l´attesa passiva del sol dell´avvenire.
Mostre allestite nella due giorni:
R_EsistenzePercorsi di donne nel
mondo… di Simona Granati e Stefano Montesi
R_Esistere… è il doppio binario
dentro il quale viaggiano le donne in lotta in ogni luogo del mondo. Esistere in quanto donne, quindi resistere
al patriarcato, oltre che alla guerra, al neoliberismo, al fondamentalismo
religioso, alla povertà, alle violenze. Solo combattendo anche questo possiamo
immaginare un mondo migliore per tutte e tutti.
Donde està el Corazon Dieci anni di
zapatismo nelle immagini di Simona Granati
Le immagini raccontano la lotta di un popolo attraverso una selezione di 50
scatti bianco e nero tratti dal lavoro fotografico dell’autrice, realizzato con
continuità negli ultimi dieci anni, testimoniando il percorso delle comunità
indigene zapatiste del Chiapas dall’insurrezione all’autogoverno, fino
all’attualità con l’uscita della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona.
È dentro questo ultimo passaggio
che il movimento zapatista perde una delle sue figure più rappresentative, la
comandante Ramona, che è stata un esempio per tutte le donne che nel mondo
lottano per la loro dignità e libertà. A lei è dedicata la mostra.
Nel percorso visivo proposto da Simona Granati, che ha seguito politicamente e fotograficamente
il movimento zapatista sia in Chiapas che dall’Italia, entriamo nel mondo
zapatista per coglierne gli aspetti della quotidianeità e i momenti
significativi della loro vita e della loro lotta.
Piazza Zurdistan La speranza tradita: mostra fotografica di Simona
Granati e Stefano Montesi
Sport Sotto l’Assedio Foto e materiali
dalle carovane sportive
Associazione YA BASTA! Moltitudia Onlus
Posted in Generale
Comments Off on Dalle periferie del mondo al cuore della terra!
dalla Carovana Sport sotto l’assedio 2009!
13/04/2009
Allo stadio, sotto l’assedio
Italia contro nazionale palestinese
under 18: finisce zero a nove. Ma il pubblico gradisce
Non capita tutti i giorni di entrare in uno stadio e vedere
bandiere palestinesi che sventolano assieme a quelle italiane. Né
di ricevere accoglienza trionfale dalla tifoseria avversaria. Né
tanto meno cantare l’inno di Mameli con il pugno alzato. Questo è
lo scenario in cui si sono trovati domenica 5 aprile i 187 italiani e
italiane della carovana del progetto Sport sotto l’assedio, che è
in Palestina dal 4 aprile per continuare il "percorso di pace
con il pallone nel cuore", come recita il motto della campagna,
nata nel 2004 grazie alla mobilitazione di alcune tifoserie
calcistiche e associazioni sportive italiane.
Allo
stadio di Ar Ram (tra Ramallah e Gerusalemme), al campo di gioco
della Nazionale palestinese, l’unico riconosciuto dalla Fifa nei
Territori Occupati, le squadre italiane erano attese dalla Nazionale
under 18, e dalle alunne della scuola femminile di Gerusalemme Est
"Dar el Tefl el Arabi", che hanno aperto le danze con un
saggio coreografico seguito dagli inni nazionali: mentre i
palestinesi tenevano orgogliosamente le mani sul cuore durante le
note del loro inno, italiane e italiani hanno preferito alzare il
pugno e di seguito cantare Bella Ciao, che in Palestina è una
canzone molto conosciuta. Viste le disfatte clamorose, delle partite
vere e proprie da parte nostra sarebbe meglio non scrivere troppo,
lasciando raccontare l’orgoglio delle vittorie alle cronache del
diffusissimo quotidiano Al-Quds, che il giorno successivo ha dedicato
tutta la prima pagina dello sport a questo evento. Basti sapere che
la squadra maschile italiana è stata battuta per nove a zero,
con un goal annullato ai palestinesi e con un rigore regalato
all’Italia per dare almeno l’opportunità di salvare l’onore,
che però non è stata colta: palla rigorosamente fuori!
La squadra femminile ancora peggio: contro le 11 palestinesi, di cui
solo una era in campo con hijab e tuta a maniche e gambe lunghe, le
italiane hanno perso undici a zero, con nessun tiro in porta. Ma
l’importante, forse mai come in questo caso, era partecipare.
Partecipare
per portare solidarietà concreta e per "rompere l’assedio
attraverso lo sport", dice Simone, 20 anni, che viene da Roma ed
è qui per la prima volta per conoscere direttamente ciò
che ha letto nei libri o sentito raccontare da "altri compagni
dei centri sociali che frequento". Aggregatosi alla carovana per
capire in modo diretto Giuseppe, 53 anni, giornalista precario
("scrivilo questo, precario da anni!") è rimasto
molto impressionato dall’incontro con gli abitanti del campo profughi
di Dehishe, nei pressi di Betlemme, dove si trova l’Ibdaa Cultural
Center, una delle associazioni palestinesi partner del progetto. "Non
avevo proprio idea di come si vive nei campi" ammette Giuseppe,
"non puoi averla se non vieni a vedere di persona. Ma
soprattutto non riesci a capire come sia possibile che queste persone
non abbiano ancora avuto indietro la loro casa e la loro terra, dopo
sessant’anni!". Stupore e indignazione sono i sentimenti che
accomunano un po’ tutte le persone della carovana che sono in
Palestina per la prima volta e che in questi giorni verranno a
contatto con le esperienze quotidiane dei Palestinesi, impareranno
che cosa significa nel concreto la presenza del muro dell’apartheid,
dei check point, delle ingiustizie che non fanno notizia ma che ogni
giorno sono perpetrate dall’esercito israeliano. "Spostarci dal
campo profughi di Dehishe allo stadio mi ha fatto vivere in prima
persona le difficoltà relative alla mobilità",
dice Anna, 24 anni lavoratrice precaria di Milano, che ancora non
riesce a farsi una ragione delle due ore passate sul pullman per
percorre una ventina di chilometri, senza contare il fastidio dei
controlli ai check point. Ma impareranno anche a conoscere e capire
gli usi, i costumi e le tradizioni, con le quali a volte, soprattutto
per le donne, non è facile confrontarsi serenamente: "E’
strano vedere certe donne coperte o che non mangiano assieme a noi",
ammette Valeria, 29 anni, ragusana, precaria e anch’essa alla prima
esperienza in Palestina, "so che non è giusto giudicare
con i miei parametri, che non devo pensare che i miei stili di vita
di donna occidentale siano migliori e che loro sono oppresse mentre
io no; ma mi trovo a disagio. Certamente è un’occasione per
mettersi in discussione", conclude con un sorriso.
Lunedì
il gruppo si è diviso in tre, per prendere percorsi
geograficamente diversi: la carovana può così
attraversare gran parte delle città principali della
Cisgiordania, da Nablus a Betlemme, da Jenin a Ramallah, da Tulkarem
a Jayyus. La novità di questa edizione è il passaggio
per Nazareth, città israeliana che, con un lavoro portato
avanti da mesi, ha preparato una grande accoglienza a Sport sotto
l’assedio. La conferma invece, è che anche per questa volta
c’è il diniego dell’ingresso a Gaza, da dove il progetto manca
dal 2007, poiché l’anno scorso, pur avendo tutti i permessi
richiesti, le 101 persone che si recarono al valico di Eretz furono
respinte con la solita scusa dei non ben precisati motivi di
sicurezza. Stesso pretesto usato per negare l’uscita dalla Striscia
di Gaza alle ragazze della squadra di calcio dell’università
di Al-Aqsa, Gaza city, che nel novembre 2007 erano attese in Italia
ma che non poterono lasciare la loro prigione a cielo aperto, sebbene
anche in quell’occasione i permessi erano stati richiesti e la
campagna Sport sotto l’assedio avesse sostenitori istituzionali quali
enti locali italiani e università. Purtroppo nel nostro paese
arrivarono solo le ragazze della squadra di basket di Betlemme, per
un mese importante, soprattutto se si pensa che queste palestinesi
non hanno affatto facilità di movimento, nel loro paese ma
anche all’estero, a causa dell’occupazione, della povertà e
delle tradizioni sociali patriarcali. Ma fu un mese molto
significativo anche per le studentesse e gli studenti italiani che,
in un susseguirsi di incontri sportivi, politici e culturali ebbero
l’opportunità di conoscere realtà che ignoravano.
Nessuno comunque si dimentica della squadra di Gaza: sebbene la
carovana 2009 non possa entrare, la determinazione rimane. "Prima
o poi Gaza sarà libera", dice Mark, 29 anni, Irlandese
che ha saputo di Sport sotto l’assedio perché ha amici al
centro sociale Strike di Roma e che ha deciso di unirsi al gruppo "e
sarà libero anche il resto del paese, non ci saranno più
i controlli all’aeroporto di Tel Aviv (mi hanno interrogato tre ore
quando sono arrivato!), non ci sarà più il muro né
occupazione". Mark ne è convinto, perché, "come
molti Irlandesi, ho presente la nostra lotta di resistenza contro gli
Inglesi: anche noi eravamo occupati e, come abbiamo vinto noi,
vinceranno i palestinesi". Inchallah, si dice da queste parti
che laicamente può essere tradotto: speriamo.
http://www.globalproject.info/index-it.html
Posted in Generale
Comments Off on dalla Carovana Sport sotto l’assedio 2009!
Corteo Street Parade il 17 aprile..
Roma – Corteo street parade
Liberiamo la città da rendita, speculazioni e precarietà
Progetto Sociale Abitativo "Metropoliz"
Venerdì 17 aprile 2009
Corteo street parade
ore 17, via Prenestina 913
Metroparty
ore 21
Performance teatrali, proiezioni video, live painting, free poster, mostre foto.
dalle ore 23
Drum n base dj set, techno live set, hip hop, reggae dub step…and more
@Metropoliz
Progetto Sociale Abitativo
Via Prenestina, 913 (Tor Sapienza)
Blocchi Precari Metropolitani
F.R.I./Festival Roma Indipendente
leggi il manifesto di F.R.I.
Posted in Generale
Comments Off on Corteo Street Parade il 17 aprile..
Appello per il diritto all’abitare!
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;}
GIOVEDI´ 16 APRILE dalle ORE
10.00
In occasione del Tavolo Inter – Istituzionale sulla Casa
MANIFESTAZIONE
Presso il Consiglio Regionale del Lazio (via della Pisana)
Appello
Abbiamo accolto con favore l’annuncio del Prefetto di un rallentamento delle esecuzioni
dei provvedimenti di sfratto ed insieme a noi tutte le persone che con angoscia
attendono l’arrivo dell’Ufficiale Giudiziario, che convivono con la paura di
finire da un giorno all´altro in mezzo ad una strada. Finalmente, dopo decine
di picchetti e manifestazioni, arriva un segnale che tiene conto della drammatica realtà abitativa romana, che non
distingue tra morosi e non morosi, tra categorie protette e non protette.
Si tratta tuttavia di un "atteggiamento" che lascia ampi spazi di
discrezionalità ai commissariati nella concessione della forza pubblica a cui
deve seguire un vero e proprio provvedimento di blocco generalizzato degli
sfratti, una moratoria sui mutui e sugli sgomberi. Solo allora avremmo di fronte un quadro di riferimento "bloccato" dentro il quale
inserire le prossime politiche abitative.
Di questi temi occorrerà discutere il prossimo 16 Aprile nel Tavolo
Interistituzionale convocato presso la Regione Lazio, che da tempo chiedevamo e
che è, di fatto, il risultato delle tante resistenze sociali e delle nostre
continue mobilitazioni. Il Tavolo testimonia una rinnovata attenzione delle
istituzioni sui problemi della casa, il segno che una breccia si sta aprendo,
ma che ancora non si concretizza la definizione di misure straordinarie, di
finanziamenti congrui e orientamenti decisi verso l’edilizia residenziale
pubblica. La voce dei signori del mattone è ancora molto forte e i
condizionamenti della rendita si fanno sentire anche grazie al piano edilizio
che Berlusconi spaccia per "piano casa".
Questo "pacchetto
edilizio" con molteplici semplificazioni delle procedure di inizio lavori
non nasce con l´obiettivo di realizzare case per affrontare l’emergenza
abitativa, ha come obiettivo il rilancio del settore edilizio attraverso una
deregulation urbanistica e del mattone. Le misure escogitate da Berlusconi
rispondono agli interessi di piccoli e grandi proprietari, delle banche e dei
signori del mattone più che ai reali bisogni di chi una casa non ce l’ha.
Non vorremmo che, ancora una volta, utilizzando l´emergenza ci si disponga a
nuove cementificazioni di stampo bipartisan, o peggio ancora a condoni
mascherati. Per questo, oltre a partecipare al tavolo interistituzionale come
movimenti, il 16 Aprile ci mobiliteremo in tanti e tante per sollecitare un
vero piano casa, fondato sull’intervento pubblico e finanziato in modo
consistente, fatto di alloggi popolari e da realizzare in forme
urbanisticamente sostenibili, senza rinunciare agli standard di servizi, nel
rispetto della qualità della vita, recuperando il patrimonio pubblico e privato
esistente, senza aggredire l’agro romano e soprattutto senza favorire la
rendita fondiaria, contro ogni forma di dismissione del patrimonio pubblico.
Respingiamo inoltre al mittente le proposte di aggiramento delle norme
antisismiche presenti nel decreto Berlusconi prima del drammatico terremoto che
ha sconvolto l’Abruzzo e pretendiamo il rispetto assoluto delle norme di
sicurezza sia nella costruzione che nella manutenzione degli stabili pubblici e privati.
La legge regionale che dovrà essere approvata in relazione con i dettami della
Conferenza Stato/Regioni verrà da noi "osservata" con attenzione; non
permetteremo che utilizzando l´emergenza abitativa si confezioni l’ennesimo
regalo alla speculazione immobiliare. Vogliamo scriverla noi la legge per il
diritto all´abitare, chi lotta per il diritto alla casa, per il reddito, per
una mobilità sostenibile, per la tutela ambientale e storica, per la
salvaguardia del verde, per la difesa degli spazi di socialità e cultura
indipendente.
Invitiamo tutti e tutte a sottoscrivere questo appello per "una nuova
legge regionale per l’abitare" che non parta dal "pacchetto
edilizio" del governo ma dalle necessità e dai bisogni delle città di
sotto.
Per un Vero Piano Casa
Per Un Piano Straordinario di
Edilizia Residenziale Pubblica
Edilizia Residenziale Pubblica
Per una Legge Regionale per il Diritto
alla Casa e all’Abitare
alla Casa e all’Abitare
AS.I.A./Rdb, Blocchi Precari Metropolitani, Comitato Obiettivo Casa,
Unders/Bpm, Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa, Action, Inquilini
senza titolo degli enti previdenziali.
Posted in Generale
Comments Off on Appello per il diritto all’abitare!
dalla Carovana in Palestina…
NIENTE DA VEDERE, NESSUNO DA
INCONTRARE
Non c’è niente da vedere, nessuno da
incontrare. Con queste parole, Israele sancisce il divieto assoluto
di entrare a gaza, dal check-point di herez, a una carovana
internazionale composta da piu di duecento persone. Con un fax, viene
confermato per l’ennesima volta l’apartheid in cui si trovano
stritolati migliaia di palestinesi. Il muro che, con tanta solerzia,
Israele ha costruito per isolare e rinchiudere il popolo
palestinese deve essere inviolabile, perchè nessuno deve
vedere ciò che esso contiene – macerie, dolore, diritti negati
-, nessuno deve poter parlare con le persone che all’ombra di quel
muro ogni giorno vivono. Un muro eretto appositamente, per nascondere
al mondo intero i crimini commessi da una superpotenza mondiale.
Volevamo entrare a Gaza. Volevamo portare una speranza a quella terra
straziata, un abbraccio di solidarietà che ricordasse agli
occhi palestinesi che non sono soli. Volevamo essere lì con
loro, testimoniare nel nostro paese la barbarie occidentale in
Palestina, provare a infrangere l’isolamento, la prigionia in cui
sono costretti. Gaza è un enorme prigione a cielo aperto, un
carcere in cui è rinchiuso un popolo colpevole solamente di
esistere, ma soprattutto di non chinare la testa. Il coraggio del
popolo palestinese, il desiderio di vita nella propria terra è
senza paragone, e per questo Israele, con l’aiuto e la complicità
di tutti i governi occidentali, mette in campo forme di controllo
totalitario e di repressione violenta e generalizzata con pochi
precedenti nella storia. Da questo contesto inaccettabile prende
forma il Muro. Cemento che serve a imprimere nei palestinesi la
solitudine e l’isolamento dal resto del mondo, imponendo la
sensazione che la vita stessa finisca a quel muro, bloccando
informazioni, aiuti umanitari, circolazione di corpi, solidarietà.
Un altro pezzo di un massacro in atto da troppo tempo.
Con la
carovana di Sport sotto l’assedio, stiamo portando per i campi
profughi palestinesi una speranza che ha la forma di un pallone.
Siamo una squadra di calcio, maschile e femminile, che, attraverso lo
sport, prova a portare un messaggio solidale di fratellanza.
Giochiamo con squadre palestinesi, con ragazzi e ragazze, perchè
il pallone parla la stessa lingua ovunque, antirazzista e contro ogni
intolleranza, ogni guerra.
Oltre duecento persone dall’Italia
sono arrivate con le loro esperienze e le loro abilità,
portando qui laboratori di musica, di teatro, di fotografia e di
informatica, condividendo con le genti di questa terra le
informazioni e le esperienze, perchè il muro dell’ apartheid
si rompe quotidianamente, ovunque.
Volevamo infrangere il simbolo
della cortina di silenzio e morte, e ci è stato impedito.
Israele, come sempre, non vuole che i suoi progetti subiscano
rallentamenti. Denunciamo questa barbarie, denunciamo ai media
internazionali, alla società civile, a chi nel cuore porta
quei bambini che prendevano a sassate soldati, l’ennesima violazione
di qualunque diritto, l’ennesimo atto di guerra di una paventata
democrazia che vorrebbe nascondere il sangue, le torture e il
massacro di un popolo. Non permetteremo che questo avvenga.
stronger
than a wall — without your freedom, we’ll never be free.
segui la diretta sul sito di Globalproject
Carovana Sport sotto l’assedio 2009
Posted in Generale
Comments Off on dalla Carovana in Palestina…
Via Prenestina resiste!
Blocchi Precari Metropolitani: Via Prenestina resiste. Ma non
mancavano gli agenti?
Sono passati pochi giorni da quando il prefetto di
Roma ha dichiarato sospesi gli sfratti fino al 7 giugno per
l’indisponibilità di forza pubblica.
Eppure questa mattina, un centinaio di uomini tra
agenti di polizia e carabinieri si sono radunati al commissariato di
Tor Tre Teste per effettuare lo sgombero dell’ex
fabbrica Fiorucci di via Prenestina 913, liberata lo scorso 27
marzo e destinata ad uso sociale, abitativo e culturale.
Dalle prime luci dell’alba, centinaia di
precarie, studenti, migranti e famiglie senza casa si erano radunate
per organizzare la resistenza. Intorno alle 8, il commissariato di
zona ha convocato il presidente del Municipio VII, Roberto
Mastrantonio, per comunicargli che non si poteva procedere allo
sgombero perché molti degli agenti predisposti all’operazione
erano stati inviati a L’Aquila, a seguito del drammatico terremoto
di questa notte.
La nostra presenza – ben visibile e organizzata
all’interno dell’area – ha scoraggiato l’invio di altri
agenti, forse perché, in un giorno come questo, un’operazione
militare sarebbe risultata ancora più inaccettabile e
vergognosa. Tanto più che si tratta di un’area – come tante
altre nel territorio – abbandonata dagli anni ‘80.
Per difendere l’occupazione dell’ex fabbrica
Fiorucci e per aprire una vertenza sulla destinazione d’uso delle
aree dismesse, giovedì 9 aprile, alle 18, si terrà
un assemblea pubblica a via Prenestina 913, a cui sono invitati
i movimenti per il diritto all’abitare, le reti studentesche, il
circuito della produzione culturale indipendente, la Rete romana di
mutuo soccorso, i comitati di quartiere e le associazioni cittadine
che hanno dato vita alla campagna ‘La città è un
bene comune, riprendiamocela!’.
Al centro dell’incontro, la costruzione, per
venerdì 17 aprile, di una street parade che attraversi le
strade del Municipio VII.
Blocchi Precari Metropolitani
Posted in Generale
Comments Off on Via Prenestina resiste!
No al pacchetto sicurezza, No ai medici spia!
SIAMO
TUTTE CLANDESTINE
NO
al pacchetto sicurezza, NO ai medici spia
Presidio
di solidarietà a Kante, la donna ivoriana denunciata
come clandestina da un medico dell’ospedale Fatebenefratelli di
Napoli dove è andata a partorire.
Evidentemente
uno o più operatori sanitari, resi troppo zelanti dal loro
razzismo, si sono sentiti in dovere di applicare una legge ancora
prima che fosse approvata.
Il
4 febbraio scorso, infatti, il Senato ha varato il cosiddetto
Pacchetto Sicurezza (ddl 733), che contiene, tra l’altro, una
modifica all’articolo 35 del Testo Unico sull’Immigrazione (Dlgs
286-1998) che elimina la garanzia, per gli irregolari che vanno a
curarsi, di non essere segnalati da parte dei sanitari. Un vergognoso
provvedimento che impedisce di fatto ai cittadini stranieri, non in
regola con il permesso di soggiorno, di accedere alle prestazioni
sanitarie.
Ancora una volta
repressione e controllo giungono sin dentro le corsie degli ospedali
dove dovrebbero essere garantiti diritti universali come quello alla
salute e alle cure!!
Nell’ospedale
Fate bene fratelli di Napoli, a Kante è stato sottratto il
bambino impedendole persino di allattarlo per i 10 giorni che ci sono
voluti per dimostrare che era in attesa del riconoscimento dell’asilo
politico. Cosa succederà nei casi di espulsione di una donna
immigrata? Che fine faranno i bambini "clandestini"? Quante
saranno le donne che pur di evitare l’espulsione o di vedersi portare
via il bambino ricorreranno ai circuiti illegali per partorire o
abortire rischiando la morte? Kante purtroppo non è neanche la
prima vittima, appena due settimane fa Joy Johnson, una nigeriana di
appena 24 anni moriva di tubercolosi per la paura di essere
denunciata qualora si fosse presentata in ospedale per farsi curare.
Se
questa legge viene approvata definitivamente, nonostante le proteste
della maggioranza dei medici italiani, non solo gli immigrati
irregolari rischiano la segnalazione e l’espulsione per il solo fatto
di ricorrere a cure mediche, ma in caso di parto sarà
impossibile anche la registrazione anagrafica del bambino!
Ancora
una volta il corpo delle donne viene utilizzato come pretesto per
giustificare leggi repressive. Non è un caso che proprio il
pacchetto sicurezza sia stato approvato strumentalizzando gli episodi
di violenza contro le donne degli ultimi mesi. Sull’onda del clamore
mediatico creato ad arte intorno a questi stupri si è voluto
far credere che gli unici
responsabili della violenza contro le
donne sono gli immigrati. Una menzogna: 142 donne sono state uccise
nel 2008 e centinaia di migliaia quelle picchiate e violentate dai
loro mariti, fidanzati, amici. Che c’entrano gli immigrati? Aumentare
la paura dello straniero, la diffidenza e l’odio serve solo a
nascondere i veri responsabili della insicurezza dei cittadini: i
poteri forti che creano la precarietà, che tagliano i servizi
sociali, che licenziano, che fanno degradare i nostri quartieri.
Contro
pacchetti sicurezza e norme xenofobe che ci vogliono distinguere in
cittadine/i con e senza diritti, rispondiamo che
SIAMO
TUTTE CITTADINE DEL MONDO E ANDIAMO DOVE CI PARE!
QUESTE
MISURE NON DEVONO PASSARE!
Presidio
Venerdi
3 APRILE ’09
ORE 17.00
davanti
al Ministero del Lavoro, Salute, Politiche Sociali
(via Veneto 56,
metro Barberini)
Posted in Generale
Comments Off on No al pacchetto sicurezza, No ai medici spia!