Vogliono riscrivere la nostra storia.
Dopo
la richiesta dei PM Canepa e Canciani a 225 anni, il verdetto
del tribunale genovese e’ che l’impianto accusatorio creato ad arte in
quasi 5 anni, rimane valido. 10 persone condannate per devastazione
e saccheggio con pene dai 6 agli 11 anni e le restanti 14
per danneggiamento con pene dai 6 mesi ai 2 anni e mezzo. Dunque
giustizia e’ fatta… Sì ma quale giustizia?
Quella dei tribunali che
trovano i capri espiatori per coprire le violenze e le torture delle
forze dell’ ordine? Quella della procura di Cosenza che porta a giudizio
alcuni attivisti della rete del sud ribelle per associazione sovversiva? E
gli altri 300.000 che hanno esercitato il diritto di resistere e
di contestare il governo abusivo dei cosidetti "ottograndi"?
Non
accettiamo una sentenza che tende a dividere nuovamente i manifestanti
in buoni e cattivi. Non l’accettiamo e la rispediamo al mittente. Non
accettiamo che il reato di "devastazione e saccheggio" venga agitato ed
usato per reprimere i movimenti di lotta e per arginare le pratiche di
piazza e di contestazione. Per quanto siamo divers* tra noi, per quanto
diverse possano essere le nostre posizioni, abbiamo tuttavia qualcosa in
comune: a Genova abbiamo scritto una storia, ed e’ la nostra storia, la
storia di tutte e tutti indistintamente.
E’ una storia talmente grande,
la nostra, che non puo’ essere riscritta da tribunali, polizie o governi.