Tornare a Genova———> Corteo Nazionale sabato 17 novembre

 

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Facciamo appello a tutti e tutte coloro che erano a Genova il 19, 20, 21 luglio 2001.

Ci
rivolgiamo a tutti quelli che oggi lottano contro le guerre e la
precarietà, contro la devastazione del territorio e dei beni comuni.
A chi si batte nell’università, sui posti di lavoro e nei quartieri
contro lo sfruttamento. A chi combatte l’aberrazione dei centri di
denzione per migranti. A chi non ha mai rinunciato a sognare un mondo
diverso.
I PM Canepa e Canciani hanno richiesto 224 anni di carcere
per i 25 manifestanti la cui unica colpa è quella di essere stati a
Genova a contestare il G8 in quei giorni. Questa richiesta getta la
maschera su che tipo di giustizia si vorrebbe imporre. Quella che
assolve sempre il potere per i suoi crimini, e colpisce con la
violenza, con l’omicidio come nel caso di Carlo Giuliani, con il
carcere chi osa disobbedire e ribellarsi.
Questa vergognosa
richiesta è semplicemente inaccettabile. L’obiettivo vero di questo
processo è riscrivere la storia, stravolgendola, perché essa mette in
difficoltà il potere.
Ci parla, la nostra storia, di coraggio nello sfidare tutti insieme i potenti del G8 che decidono guerre e massacri.
Ci
parla di disobbedienza alle leggi ingiuste, ai divieti ad esprimere il
dissenso, come quando Genova fu trasformata in una enorme zona
militarizzata e sottratta alla democrazia.
Ci parla, la storia che
questi PM vorrebbereo seppellire con due secoli di carcere a chi
manifestava, delle torture a Bolzaneto, delle cariche e dei pestaggi
nelle strade, del massacro della Diaz compiti dalle forze dell’ordine.
Dell’unico
capo della polizia, che comandava tutte le operazioni di Genova, mai
promosso nella storia di questo paese, direttamente a membro di
governo.
Ci rivolgiamo a tutti perché il vero obiettivo di questo
processo è quello di colpire i movimenti di oggi e quelli di domani. La
vendetta di stato che rischia di abbattersi sui 25 imputati, è anche il
tentativo di chiudere definitivamente in questo paese lo spazio del
dissenso e della democrazia diretta che si contrappone spesso a quella
fasulla di palazzo.
Noi, primi firmatari dell’appello "Noi, quelli di via Tolemaide", proponiamo a tutti, di tornare a Genova il prossimo 17 novembre, per ribadire insieme che la verità non si cancella, né con la violenza, né con il carcere.
Per
gridare insieme che vogliaqmo la libertà di coloro che stanno pagando
per una colpa che tutti abbiamo, quella di esserci ribellati
all’ingiustizia. Chiediamo a tutti di mobilitarsi, di riempire quelle
strade che il potere teme così tanto da ricorrere al terrore per
tentare di tenerle vuote e mute. Chiediamo anche a quelli che allora
non c’erano di venire, perché il futuro è ciò che ci costruiamo ora.
A
chi era a Genova e ora siede in cariche istituzionali o di partito,
chiediamo di farsi garante pubblicamente perché siano garantiti i treni
per chi vuole manifestare, e le stazioni non siano militarizzate come
accade sempre più spesso. Invitiamo tutti alla grande manifestazione
che ribadirà che disobbedire è giusto difronte ad un mondo come questo,
che il diritto a resistere esercitato a Genova è stato sacrosanto e
naturale, che tutti gli imputati devono essere liberati dalla spada di
damocle dei processi politici condotti contro i movimenti.

Partiremo alle ore 15.00 sabato 17 novembre dalla Comunità di San Benedetto al Porto, Marina di Genova, per giungere in Piazza De Ferrari, il luogo dove il G8 ha tenuto il suo vertice insaguinato di allora.

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