Comunicato no bush no war day

Comitato 9 giugno

Comunicato no bush no war day

Sabato 2 giugno 2007

No Bush-No War Day

Contro la guerra permanente di Bush Contro l’ interventismo militare del governo italiano

Si terrà sabato 9 giugno il corteo convocato a Roma da
un’ampia coalizione di reti, associazioni, sindacati di base, centri
sociali forze politiche che hanno promosso il No Bush-No War Day. La
manifestazione partirà alle ore 15 da piazza della Repubblica per
arrivare fino a piazza Navona. Si tratta di un primo importante
risultato che consente di affermare il diritto all’ agibilità politica
del centro di Roma anche nel giorno della venuta di Bush. Non ci
saranno quindi nessuna zona rossa ne blindature della città.
Sarà
una manifestazione partecipata e popolare, pacifica e determinata,
fortemente unitaria vista la pluralità di forze e di culture che ha
saputo finora raccogliere già oltre 200 le adesioni – e aperta a ogni
tipo di contributo. Lo si evince dal tipo stesso di piattaforma contro
la guerra permanente di Bush e contro l’interventismo militare del
governo Prodi che raccoglie quanto seminato dal movimento contro la
guerra degli ultimi anni.
Un movimento che si è sempre trovato
unito nel chiedere il ritiro delle truppe italiane dai fronti di
guerra, che ha sempre contrastato l’aumento delle spese militari, che
recentemente si è stretto attorno a Emergency continuando a chiedere la
liberazione di Hanefi. Un movimento solidale con il popolo palestinese
e con il suo diritto alla terra dopo quaranta anni di occupazione
israeliana. Un movimento che contrasta l’avallo italiano allo scudo
missilistico Usa e che il 17 febbraio scorso ha manifestato compatto
contro la decisione del governo italiano di autorizzare il raddoppio
della base Usa a Vicenza.
Pensare che un movimento che si riconosce
contro la guerra senza se e senza ma, possa separare le responsabilità
dell’amministrazione statunitense da quelle del governo del proprio
paese, significa consegnarsi a un idealità antiguerra in grado di
riconoscere le responsabilità dell’unilateralismo armato ma muto di
fronte alla guerra quando questa diventa multilaterale. Del resto, la
stessa, recente, scelta del parlamento italiano di dare il via libera,
senza nemmeno una votazione, al rafforzamento della missione in
Afghanistan con l’invio di nuovi armamenti offensivi, dimostra la
crucialità delle responsabilità italiane sullo scacchiere della guerra
globale. La piattaforma che indice il corteo del 9 incentrata su questi
temi: per questo è di per sè unitaria perchè parla il linguaggio del
movimento.
Per queste ragioni la discuteremo nei prossimi giorni, a
livello locale e nazionale, con chiunque ci si voglia confrontare
seriamente e nel merito. Organizzeremo assemblee, dibattiti, forum e
confronti nel migliore spirito che proviene dall’esperienza dei
movimenti di massa di questi anni e con la convinzione che non ci siano
rivendicazioni immediate più efficaci di queste per rilanciare il
movimento contro la guerra come dimostra anche l’esperienza
autorganizzata della Carovana contro la guerra. Organizzeremo comitati
unitari con l’auspicio che restino sui territori anche dopo il 9 giugno
per dare sostan za reale al movimento e farlo fuoriuscire dal solo
coordinamento di soggettività organizzate.
Manifesteremo in tanti,
dunque, contro Bush e le politiche di guerra del governo italiano:
invitiamo tutti e tutte a partecipare a questo corteo; altre polemiche
non ci interessano. Altri vogliono manifestare su una piattaforma
diversa che non contempli nessun riferimento al governo italiano: si
tratta di una divergenza che non può essere nascosta vista la sua
rilevanza; una divergenza che si manifesta negli obiettivi che
perseguiamo: il ritiro immediato dall’Afghanistan, la revoca del Dal
Molin, la revoca dello Scudo spaziale, la revoca degli F35, il taglio
delle spese militari a favore di quelle sociali.
Vogliamo infine
che sia garantita la piena agibilità politica a Roma ma anche nella
preparazione dei giorni precedenti. Crediamo che debba essere garantito
il diritto a manifestare senza limitazioni già a partire dalle città da
cui si prepara la mobilitazione. Per questo chiederemo con forza nei
prossimi giorni alle Ferrovie italiane, e alle autorità politiche
competenti, di farsene garanti. Nel paese dei privilegi e dei costi
della politica che sia almeno concesso il diritto di partecipare a una
manifestazione nazionale.

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