BASTARDI SENZA GLORIA.. contro sgomberi e razzismi!

GIOVEDI 3 DICEMBRE 09

Ore 18.00
Incontro
con il regista
Enzo G. Castellari, autore di «Quel maledetto treno blindato» (1977)

Partecipano
Marco Giusti -ideatore di Blob-
Roberto Silvestri -Il manifesto-
Duka -scrittore-

«Quel maledetto treno blindato» è il titolo del film del 1977 di Enzo G. Castellari, ambientato alla fine della seconda Guerra Mondiale. Un gruppo di soldati americani deve compiere un’impresa ardita: far saltare un ponte e un treno blindato dopo avere sottratto una testata nucleare. Noto negli Usa con il titolo «Inglourious Batstards», ispira l’omonimo film di Quentin Tarantino, in cui un gruppo di soldati ebrei americani viene offerta la possibilita di salvarsi qualora ottengano 100 scalpi di militari tedeschi. Politicamente scorretto e violento, il film di Tarantino consegna un immaginario pop alla resistenza antinazista.

Dalle 21
NON STOP MOVIES

QUEL MALEDETTO TRENO BLINDATO
di Enzo G. Castellari (1977)

INGLORIOUS BASTARDS
di Quentin Tarantino (2009)

Astra 19 -Spazio pubblico augestito
VIA CAPRAIA 19 -Tufello-

>>HORUS COMUNQUE<<

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MO BASTA!

Manifestazione cittadina – Roma 4 dicembre 09

ore 17 – PIAZZA VITTORIO

 
Alemanno sfratta e sgombera? Mo basta!
La città è di chi la abita

Lo sgombero militare dell’Horus Liberato di piazza Sempione, avvenuto lo scorso 19 novembre, è solo l’ultima tappa dell’offensiva contro i diritti e le libertà promossa dalla giunta di destra negli ultimi mesi. Il Campidoglio pensa di gestire la crisi economica colpendo quel pezzo di società che si organizza nei territori per difendere il diritto alla casa, liberare spazi dalla speculazione, rivendicare un reddito garantito contro la precarietà, costruire accoglienza e inclusione sociale.

Nella capitale degli sfratti e dell’emergenza abitativa, sono i movimenti per il diritto all’abitare ad offrire le uniche risposte a sostegno dei senza casa, degli inquilini, dei precari.

Nella capitale della speculazione e dei tagli alla cultura, alla scuola, all’università, sono i centri sociali, le reti studentesche e le associazioni di base che, attraverso l’autogestione, danno spazio a nuove forme di welfare, servizi di mutuo aiuto, sport popolare, formazione e soprattutto a un ricco tessuto di produzioni culturali indipendenti.

Nella capitale delle espulsioni, sono le reti antirazziste e dei migranti che organizzano l’accoglienza difendendo quei diritti di cittadinanza violati dal pacchetto sicurezza.

Per queste ragioni scegliamo la giornata della mobilitazione nazionale contro gli sfratti per promuovere una manifestazione cittadina che dice no a questa strategia di paura, per difendere le occupazioni e sostenere la battaglia per garantire un nuovo spazio all’Horus, per aprire una nuova stagione di lotte e vertenze per il recupero degli spazi abbandonati, per la cultura, per un nuovo welfare dal basso.

Partiremo da piazza Vittorio, cuore della città multiculturale e arriveremo davanti alla prefettura.

Vogliamo incontrare il prefetto Pecoraro per richiedere la fine della politica degli sgomberi, il blocco generalizzato degli sfratti e la riapertura di un confronto sull’emergenza abitativa e sulla tutela degli spazi sottratti alla speculazione.

VENERDI’ 4 DICEMBRE, ore 16,00 piazza Vittorio
MANIFESTAZIONE CITTADINA
Centri sociali e movimenti per il diritto all’abitare

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SOSTENIAMO RADIO POPOLARE ROMA

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– Perché l’indipendenza di Radio Popolare Roma vive del sostegno degli abbonati.

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– Perché Radio Popolare Roma può limitare il numero degli spot pubblicitari, che occupano solo l’8% della sua programmazione, cioè 4 volte meno delle altre radio. Non solo. È anche in grado di limitare e selezionare gli inserzionisti pubblicitari, rifiutare spot che in qualche modo offendono la dignità della persona.

– Perché su Radio Popolare Roma grazie al sostegno degli abbonati anche la programmazione musicale è completamente svincolata dagli interessi promozionali e dai condizionamenti delle case discografiche, che invece per molte radio rappresentano notevoli fonti di guadagno.

– Perché Radio Popolare Roma è aperta al confronto e all’opinione degli ascoltatori. Mira a crescere e a migliorarsi accogliendo pensieri e proposte di chi la tiene viva, gli abbonati.

Quanto costa e come ci si abbona

(Tutte le operazioni si svolgono con Banca Etica)

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– tramite CONTO CORRENTE POSTALE

– con BONIFICO BANCARIO

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SGOMBERI E RESISTENZE – MARTEDì 24 ASSEMBLEA CITTADINA @STRIKE

La vertenza dell’Horus non si ferma, dopo lo sgombero di giovedì 19 novembre. L’occupazione del IV municipio, come reazione allo sgombero, ha ottenuto la convocazione di un tavolo interistituzionale. Venerdì pomeriggio c’è stato il primo incontro tra gli attivisti, il Municipio, la Regione e la Provincia per riconoscere il diritto all’Horus di proseguire le attività che svolgeva nello stabile di piazza sempione. Oggetto della trattativa, "la destinazione a uso sociale e culturale dell’ ex Gil di Montesacro", un immobile abbandonato da dieci anni, da più di un mese presidiato da precari, migranti e senza casa. E’ questo lo spazio che vogliamo riconsegnare alla città come esito della lunga lotta condotta contro la speculazione.  Un percorso per nulla scontato, visto che anche venerdì abbiamo dovuto occupare gli ufficidel presidente Bonelli per costringerlo a un ruolo più attivo nella trattativa. Questa l’ipotesi di lavoro, immaginata sulla base della Delibera 26: la Regione Lazio, proprietaria dell’immobile, darebbe in concessione gli spazi al Comune, vincolando questo passaggio all’assegnazione degli stessi alla rete che ha promosso l’esperienza dell’Horus. I lavori di ristrutturazione sono a carico del Campidoglio, mentre la Provincia concorre all’istallazione di una struttura temporanea per garantire le attività svolte precedentemente a piazza Sempione. Premesse positive, che inchiodano il Comune alle proprie responsabilità e che aprono la strada a un percorso di riappropriazione dal basso di un altro spazio nel quadrante nord est di Roma. Ma questa trattativa, ovviamente, non può vivere in una dimensione tecnico-burocratica. I nodi politici – congruità del nuovo spazio, finanziamenti, tempistica dei lavori, natura giuridica dell’assegnazione – possono essere affrontati soltanto con una mobilitazione ampia Crediamo sia giunta l’ora di fermare la stagione di guerra contro i diritti e le libertà, inaugurata da Alemanno il primo settembre scorso con lo sgombero del Regina Elena. Occorre ricostruire un punto di resistenza diffuso e radicale, rompere l’inerzia di una città governata con la paura, in cui la politica coincide con gli interessi economici, finanziari e immobiliari. Dobbiamo riconquistare uno spazio di agibilità dei movimenti, per il presente e per il futuro.

Per queste ragioni, martedì 24 novembre, alle 18, a Strike spazio pubblico autogestito (via Partini angolo via di Portonaccio) si terrà un’assemblea pubblica che discuterà le forme, i contenuti e gli obiettivi della MANIFESTAZIONE CITTADINA di VENERDì 4 DICEMBRE.

La proposta di data non è casuale perché coincide con la giornata di mobilitazione nazionale contro gli sfratti, che vedrà iniziative diffuse in tutto il paese. Una connessione simbolica e materiale per esprimere la ricchezza e la molteplicità delle lotte che vivono negli spazi occupati e autogestiti.  Invitiamo le realtà di movimento ad allargare la partecipazione all’assemblea a tutte le reti, i progetti, le associazioni, i comitati che attraversano gli spazi sociali e le occupazioni.

>>Horus ovunque<<

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Sgomberato l’Horusliberato 2.0

19 / 11 / 2009

Sgomberato horus liberato 2.0

Alemanno attacca chi si oppone a rendita e speculazione
Questa
mattina, un ingente spiegamento di forze dell’ordine ha sgomberato per
la seconda volta l’Horus di Piazza Sempione, liberato 3 anni fa da
precari, studenti, attivisti metropolitani. In questo momento un grande
numero di compagni sta accorrendo da tutta Roma. 
 
CONFERENZA STAMPA OGGI 19 NOVEMBRE  ORE 12.00 A PIAZZA SEMPIONE!
 
per aggiornamenti: globalproject
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FALO’ PER IL DIRITTO ALL’ABITARE

IL 18 NOVEMBRE PARTECIPA AL FALO’ PER IL DIRITTO ALL’ABITARE

Ore 16  – Lungotevere de’ Cenci 1

Lo scorso 13 novembre, Alemanno non ha potuto fare la presentazione del suo pacchetto di dismissione del patrimonio pubblico coniugato con misure di housing sociale di dubbia efficacia. Non l’ha fatto per motivi misteriosi e per qualche discrepanza, si vocifera che nessuno gli avesse saputo dire quante case avesse dato Veltroni nei suoi mandati.

Ve li diamo noi i dati: 42mila domande inevase di un alloggio popolare, più di tremila sfratti eseguiti e in attesa di un passaggio da casa a casa, più di 6000 esecuzioni per morosità a causa del caro affitti, centinaia di giovani coppie indebitate con mutui insostenibili e a rischio di insolvenza, studenti e migranti che affollano a nero migliaia di stanze e posti letto.

Affrontare questo con le proposte che sta per esibire l’assessore Antoniozzi non solo non serve ma risulta criminogeno. Se le uniche case disponibili verranno consegnate a poche decine di aventi diritto e tutte le altre domande verranno cancellate, che accadrà a chi aspetta da anni un alloggio? Coloro che non si sono organizzati, che non hanno occupato, che hanno atteso il loro momento, che hanno fatto una scelta di legalità e che non hanno acquistato alloggi popolari o non li hanno occupati abusivamente, quando avranno una risposta? Chi è stato sfrattato nel 2009 e che non avrà riconosciuto come titolo l’esecuzione dello sfratto dove andrà a bussare? L’emergenza abitativa che vive nei residence come verrà sistemata?

Dentro una città stremata e ingannata prima da Veltroni e oggi da Alemanno nessuno prende casa. Questa è l’amara conclusione alla quale siamo giunti e per questo invitiamo tutti quelli che hanno sottoscritto una domanda di alloggio popolare a partecipare al falò per il diritto all’abitare dove bruceremo le inutili richieste di una casa pubblica. Prima che l’amministrazione comunale ci dichiari tutti invisibili ci faremo vedere in tanti in lungotevere de’Cenci alle ore 16 del 18 novembre 2009 presso l’assessorato alla casa.

Migliaia di precari e precarie dell’affitto sfideranno l’insipienza di un assessore e di un sindaco che con una mano vendono le case popolari e con l’altra regalano aree e patrimonio pubblico alla rendita immobiliare con qualche briciola per l’emergenza. La stessa emergenza che ha permesso di fare affari d’oro alle realtà che gestiscono residence e accoglienza.

Per fermare il movimento di lotta per il diritto all’abitare,  il comune, la questura e la prefettura hanno inaugurato una stagione di sgomberi e di minacce che vuole travolgere ogni resistenza possibile. Il piano Alemanno che arriva insieme ai manganelli parla con la città dei solvibili e dimentica monoreddito, precari, migranti, anziani, giovani coppie, coppie separate. Gli stessi tavoli predisposti in prefettura sono fermi da tempo e non valgono più come argine contro gli sgomberi e gli sfratti. Ne chiediamo l’immediata convocazione, così come reclamiamo le dimissioni dell’assessore Antoniozzi.

Roma, 17 novembre ‘09

Blocchi Precari Metropolitani

Coordinamento cittadino di lotta per la casa

Action

Comitato obiettivo casa

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ASSEMBLEA PUBBLICA AL TUFELLO

VENDITA DELLE CASE POPOLARI:
OCCASIONE O SPECULAZIONE?

E’ iniziato il piano di dismissione del patrimonio comunale di edilizia residenziale pubblica, varato recentemente dal Campidoglio. In base alle norme regionali saranno posti in vendita 7.410 appartamenti sulle circa 24 mila case popolari del Comune. L’operazione è affidata alla società Risorse per Roma.

Si è cominciato con gli alloggi del Municipio IV: la proposta di acquisto viene mandata solo agli affittuari che hanno i requisiti previsti, in regola con i pagamenti. Ricevuta l’offerta, si hanno due mesi di tempo per aderire. Secondo il provvedimento, oltre agli assegnatari, possono comprare la casa i componenti del nucleo familiare dell’assegnatario (conviventi), i figli non conviventi e gli occupanti che abbiano sanato posizioni irregolari grazie alle diverse leggi in materia approvate nel tempo (1987, 1990, 2000, 2003, 2006 e 2007).

Cosa accadrà agli inquilini che non vogliono acquistare la casa?
Qual è la situazione sulla sanatoria degli inquilini senza titolo?

Per rispondere a queste domande e per costruire insieme un vademecum di autodifesa dei diritti degli inquilini delle case popolari

MARTEDI’ 17 NOVEMBRE ORE 17,30
ASSEMBLEA PUBBLICA

presso i locali di ASTRA19 spazio pubblico autogestito
VIA CAPRAIA 19 – TUFELLO

Blocchi Precari Metropolitani

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NeVeR TrUst A CoP

Un’altra tappa di resistenza sonora, un’altra tappa di libertà.
Per resistere in una città governata con gli sgomberi e i manganelli.
Per chiedere verità e giustizia per Stefano Cucchi.
Per riprendere quello che ci spetta.

Sabato 14 novembre – Horus Liberato 2.0 – Piazza Sempione

 


>>>NeverTrustAcop

Serata ElectroTechno

Opening: Resystor (Technocorps)

From 01 guest:

Gallo (Kriminal Hertz)

Kilfa (Node Crew – No Sense of Place)

Trackone (Technocorps)

Sonic Visioner (Metropolitan Techno Veterans)

>>Entry 3€ fro 22 to 05<<

…liberiamo Villetta dalla speculazione!

www.globalproject.info

 

 

 

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Sgomberi, sfratti, dismissioni: Alemanno va alla guerra

A volte le coincidenze possiedono un valore simbolico straordinario. Nello stesso giorno in cui i giornali pubblicano le cifre impressionanti sulla precarietà abitativa giovanile e sull’impennata degli sfratti (più 170 per cento),  la giunta Alemanno decide di sgomberare un’occupazione di studenti e precari, nel quartiere di Montesacro. In via delle Alpi Apuane, da circa un anno, una decina di giovani avevano risanato una palazzina abbandonata da oltre dieci anni, riconquistando così un pezzo di reddito, riqualificando uno stabile lasciato nel completo degrado. Lo sgombero di oggi produce uno strappo irrimediabile con il tavolo cittadino sull’emergenza abitativa, coordinato dal prefetto Pecoraro.

A Roma il 75 per cento degli affitti degli studenti fuori sede è in nero, 400 euro è il costo medio di una stanza . A San Lorenzo, per una casa di 50 metri quadrati si arriva a pagare tra 1150 e 1300 euro; nella zona Nomentana e piazza Bologna le cifre oscillano da 900 a 1150 euro. Uno stipendio medio, lontano dalle cifre che percepisce un precario o una precaria. Un quadro drammatico che allarga l’emergenza abitativa ben oltre le categorie tradizionali, che rende necessaria la costruzione di un welfare universale degno di questo nome.

La crisi si fa sempre più pesante, attraverso licenziamenti, tagli alle politiche sociali e alla formazione, ma il Campidoglio ha scelto da che parte stare, favorendo la speculazione immobiliare, lasciando sfitte oltre 200 mila case e non investendo nell’edilizia popolare. Lo sgombero di questa mattina arriva tre giorni dopo il blitz – questo si “clandestino” – che ha visto protagonisti il sindaco Alemanno, l’assessore fantasma Antoniozzi e il piccolo podestà del Municipio IV Bonelli. Senza alcuna comunicazione ufficiale, senza un manifesto di convocazione pubblica, questi tre signori si sono presentati al Tufello scortati dai fascisti di Castellino [Area identitaria] e dalle forze di polizia per discutere della vendita delle case popolari. In una piazza blindata, si sono inventati un’assemblea-fantasma, svolta in fretta furia per evitare contestazioni. L’operazione del sindaco è chiara: far breccia nei territori che esprimono un insediamento sociale e politico antagonista alla destra.

Adesso diciamo basta. Lo diciamo chiaramente al sindaco con la celtica al collo che, mentre festeggia la caduta del Muro di Berlino, ne alza altri in tutta la città. E lo ripetiamo ai suoi vecchi e nuovi cortigiani che pensano di governare con la paura, i manganelli, gli sgomberi e la totale subalternità ai poteri immobiliari e finanziari. Lo diremo ancor più forte nell’assemblea cittadina di oggi pomeriggio alle 18, presso l’ex Gil di viale Adriatico, un altro luogo-simbolo della speculazione.

Avete deciso di rompere le trattative… noi prepariamo le barricate.
Ci riprenderemo quello che ci spetta. Senza paura.

Blocchi precari metropolitani
HorusLiberato 2.0

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l’Horus resiste!

 

resistDance

Oltre 2.500 persone hanno invaso l’Horus Liberato nel giorno dell’ultimaturm.

12/10/2009


 C’era tanta gente.                                                                             

Tanta da pensare che 1000 agenti pronti per lo sgombero fossero pochi e inutili.
C’era tanta gente.

Tanta da spazzare via le architettoniche perimetrie dell’Horus.
L’Horus è diventato piazza Sempione, piazza sempione l’Horus. E la città, dappertutto.
Tanta gente.


Non venuta perchè attirata da qualche nome famoso della musica pop o
mainstream che evidentemente non c’era. Oltre 2500 persone hanno
attraversato lo spazio, riunite intorno ai battiti della Roma
autoprodotta, libera e indipendente.


Una serata fatta di note diverse ska, reggae, hip pop, elettronica, in
cui ogni scaletta ipotizzata saltava perchè era incomprimibile la
voglia di mischiarsi. Ne è venuta fuori un suono comune ma plurale,
meticcio e primordiale che ha invaso quelle mura e quella piazza, un
tempo ritrovo esclusivo di nazi celebrolesi e
suore.                                                                                                      

Tanti battiti.

Contributi sonori di storie diverse da diversi luoghi della metropoli,
ma che non hanno smesso di porsi l’annosa ricerca della libertà. Non
domani. Non chissà quando.

Ma adesso. Ora. A partire da Horus.

Il giorno che ci volevano invadere con la loro violenza e con la loro
devastazione noi ci siamo autoinvasi di sorrisi, gioia e coraggio. E
serviva.
Serviva perchè Roma è cambiata.

Non solo per le aggressioni, non solo
per il sindaco con la celtica al collo, non solo per il nuovo
ammortizzatore sociale vestito di blu con sirena e manganello
sguinzagliato in città.
E’ cambiata perchè la crisi economica provocata dall’egoismo di pochi
diventa un egoismo sociale per affrontare le difficoltà quotidiane e
personali. Perchè il nemico è più facile trovarlo accanto, perchè il
potere che sembra lontano colpisce più da vicino di quanto si è
disposti ad ammettere.

E allora la paura e la solitudine prendono il posto alla voglia di esserci e di incontrarsi.

Così non è stato. Ci siamo incontrati e ci siamo riconosciuti. Liberi, felici, indipendenti, eretici.
Possono sgomberare l’Horus e blindare la città.

Ma i battiti non si possono fermare. Partono dal basso e più in basso
stanno più camminano sui muri, attraversano le crepe e i pavimenti.

Per trovare l’aria e respirare liberi.

Horus Resiste.

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