24/10/08
TERZO GIORNO DALLA DICHIARAZIONE DI GUERRA DEL SINDACO ALEMANNO ALLA CITTA’ DI ROMA
Ci sono volute quattro ore di presidio rumoroso davanti al Campidoglio per ottenere l’incontro con i capigruppo di maggioranza e opposizione. Nella giornata di ieri, dalle 16 alle 22, centinaia di persone hanno assediato l’ingresso del consiglio comunale per non dare tregua al sindaco Alemanno che ora, tramite i suoi tirapiedi, blatera di «disponibilità al confronto», «trattative» e altre amenità.
La delegazione dell’Horus e del Bpm era formata da 15 persone rappresentative delle nostre reti: studenti, precari, migranti, occupanti di case, famiglie e bambini. Abbiamo ricostruito l’aggressione militare del 21 ottobre, abbiamo spiegato i progetti e l’intervento sociale nel territorio, le condizioni di vera illegalità della proprietà dell’Horus, su cui pendono diversi procedimenti giudiziari per violazione della destinazione d’uso dell’immobile. Infine, abbiamo chiarito come lo sgombero militare abbia violato la stessa Delibera 26 del 1997 che, in merito agli spazi privati, prevede una trattativa diretta tra Comune, proprietà e occupanti al fine di trovare soluzioni alternative che rispettino due condizioni: il mantenimento delle stesse dimensioni dello spazio e la sua territorialità.
Davanti a noi, facce sbigottite degli esponenti del Pdl ignari delle leggi dello stato e delle delibere comunali, incapaci di dare risposte ma obbligati a considerare le nostre ragioni «in gran parte plausibili e condivisibili». Il delegato di Alemanno, in difficoltà, ha provato a smarcarsi dalle dichiarazioni al napalm del sindaco sulla «lunga stagione di sgomberi», e ha parlato di «censimento degli spazi occupati», «disponibilità al dialogo», «revisione della delibera 26».
L’incontro si è concluso presentando le nostre richieste, riprese dal capogruppo della Sinistra arcobaleno Andrea Alzetta: nessun cambiamento di destinazione d’uso dell’immobile e apertura di una vera trattativa con proprietà e comune per l’assegnazione dello spazio a fini pubblici, sociali e culturali. La trattativa, per noi e per la città, si apre a partire dalla liberazione dell’Horus.
La libertà non si paga, si strappa – Guai a chi ci tocca
Sabato 25, dalle 22, segui il Bpm, segui il battito della festa e della libertà!
Le compagne e i compagni dell’Horus Occupato
Blocchi Precari Metropolitani/Unders
Palestra Popolare Valerio Verbano
Astra19 spazio pubblico autogestito
Volontè Occupato
Villa via Alpi Apuane Occupata
>>di seguito la mozione presentata da Alzetta e Quadrana
MOZIONE
IL CONSIGLIO COMUNALE DI ROMA
PREMESSO CHE
· La mattina del 21 ottobre 2008 un ingente numero di forze dell’ordine in assetto antisommossa (venti camionette tra carabinieri e polizia) hanno sgomberato il centro sociale Horus in piazza Sempione, sulla base delle disposizioni emanate nei giorni precedenti da un magistrato per dare seguito alla denuncia presentata dalla società Gemini, proprietaria dell’immobile;
· Lo stabile, abbandonato ormai da numerosi anni e sul quale la proprietà aveva tentato in passato una speculazione commerciale, attraverso un cambio illegale di destinazione d’uso, che le era costato diverse denunce e un provvedimento di sequestro, venne occupato due anni fa da giovani del quartiere nomentano che lo trasformarono, da subito, in una importante esperienza di aggregazione giovanile autogestita, sottraendolo così alla pericolosa speculazione e rendita finanziaria, e modificandolo in un luogo di produzione culturale, di socialità fuori dalle logiche del mercato e di crescita collettiva;
· Nel corso dello sgombero le forze dell’ordine hanno dichiarato di aver ritrovato nei locali degli ordigni esplosivi (molotov e fumogeni) che sono stati poi resi visibili, attraverso la loro apparizione in una serie di foto comparse su molte agenzie di stampa già nelle ore seguenti;
· Da dette foto pubblicate appare evidente che i cosiddetti “ordini esplosivi” non sono altro che vecchie bottiglie trovate nei locali; che i presunti “inneschi” non sono altro che stracci dell’identico colore legati al collo delle bottiglie e che la pretesa di trasformarli in “ordigni esplosivi” è essenzialmente una forzatura che non può e non potrà di certo essere assunta come prova contro i giovani del centro sociale Horus;
· La nostra città vive da decenni la realtà dei centri sociali come luoghi consolidati di aggregazione giovanile, a fronte di una grave realtà metropolitana che offre pochissimi spazi comuni soprattutto ai giovani e quasi nessuno nelle sterminate periferie. Aprire una percorso di dialogo con queste importanti realtà giovanili, per poter così almeno capire le loro ragioni e condizioni, non può di certo avvenire attraverso l’uso della forza e con l’avvio di sgomberi dei centri sociali romani.
TUTTO CIO’ PREMESSO
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA CAPITOLINA
· a considerare le tante occupazioni di spazi degradati e abbandonati, compresa quella dell’Horus a piazza Sempione, come proposte sociali, economiche, culturali volte a contrastare le speculazioni finanziarie e commerciali portate avanti nella città su molte proprietà edilizie abbandonate, e di instaurare con questi cittadini un dialogo aperto, franco e rispettoso delle differenze, per non innescare un clima violento e repressivo nella città;
· ad adoperarsi con urgenza presso le autorità preposte affinché sia fatta piena luce sul ritrovamento dei presunti ordigni esplosivi che, dalle immagini e fotogrammi trasmessi nelle ore seguenti, indicano tutt’altro e non di certo oggetti esplodenti;
· a convocare da subito un tavolo istituzionale nel quale devono essere presenti i rappresentanti del centro sociale Horus e degli altri centri sociali romani, oltre ai rappresentanti dell’Amministrazione capitolina e della Prefettura, dove dovrà essere considerata la possibilità di rassegnazione dello spazio ai giovani per il proseguimento delle loro attività socio-culturali.
Roma, 23 ottobre 2008
Andrea Alzetta (la Sinistra – l’Arcobaleno)
Gianluca Quadrana (Lista Civica)